ELENA SACCHELLI
Cronaca

Dalla Spezia alla Svezia: storia di un expat

Da quanto vivi in Svezia? "Da 26 anni". Cosa ti ha spinto a questa scelta? "Un licenziamento nel 1998...

Un disegno realizzato dagli studenti

Un disegno realizzato dagli studenti

Da quanto vivi in Svezia? "Da 26 anni".

Cosa ti ha spinto a questa scelta? "Un licenziamento nel 1998 e un’offerta di lavoro da qui. Era il momento giusto, la Scandinavia mi ha sempre affascinato".

Ci sono stati momenti difficili? "La distanza dalla famiglia, specialmente quando ci sono genitori anziani".

Hai mai pensato a un possibile rientro in Italia? "No, ci piace la Svezia e ci trattiene anche la burocrazia italiana e la questione pensionistica".

Segui le vicende italiane? "Sì, attraverso la famiglia e i media. L’Italia gode di una fama altamente positiva in Svezia".

E quelle svedesi? La sparatoria nella scuola per adulti… "È stato uno dei giorni più bui nella storia svedese. La scuola dove è avvenuto l’attacco mi ricorda molto quella dove studiavo lo svedese. Non credo alla xenofobia, ma piuttosto a un problema di salute mentale, aggravato dalla facilità di accesso alle armi".

Come convivono gli immigrati e la popolazione locale? "La maggior parte degli immigrati è ben integrata. I problemi di discriminazione esistono, ma sono situazioni individuali".

L’immigrazione in Svezia? "Gli immigrati sono il 20% della popolazione. Per i cittadini UE, l’accesso è più facile, ma non è sempre semplice trovare un lavoro senza parlare svedese".

Un consiglio ai giovani? "Non temete i rimorsi. Abbiate fiducia in voi stessi, ma anche l’umiltà di chiedere aiuto. La rete di contatti è fondamentale".