Spedite sulla Stazione spaziale internazionale per essere esposte all’azione della microgravità e dei raggi cosmici, poi rilanciate sulla Terra, le cellule sono ora conservate nelle celle frigorifere dell’Iit: dalla loro analisi potrebbero arrivare risposte importanti sullo stress ossidativo, che potrebbe avere ripercussioni sulle future esplorazioni spaziali, ma soprattutto sulla cura di diverse patologie neurodegenerative come Alzheimer e Parkinson. È perfettamente riuscita la fase spaziale del progetto Prometeo, ricerca guidata dal monterossino Gianni Ciofani, Principal investigator della Smart Bio-Interfaces Research Line e Coordinatore del Center for Materials Interfaces dell’Istituto italiano di Tecnologia a Pontedera. I campioni, inviati a inizio novembre, sono stati rispediti sulla Terra a gennaio, a bordo di una capsula Dragon di Space X ammarata al largo della California, e da alcune settimane sono conservate e analizzate a Pontedera nei laboratori di Gianni Ciofani.
Il progetto nasce con l’idea di approfondire le conoscenze sullo stress ossidativo delle cellule, con l’obiettivo di individuare una soluzione nanotecnologica a questo fenomeno patologico subito dagli astronauti e durante le missioni nello Spazio, ma anche di sviluppare possibili rimedi contro le malattie neurodegenerative come morbo di Parkinson e Alzheimer. Sulla Iss gli esperimenti sono stati eseguiti da Koichi Wakata, astronauta dell’Agenzia spaziale giapponese che ha trattato parte dei campioni con le nanoparticelle a base di polidopamina, molecola dal forte potere antiossidante che potrebbe prevenire il danneggiamento dei neuroni e costituire quindi la base di farmaci per gli astronauti e che potrebbero essere utili anche sulla Terra per la cura di determinate patologie.
"I campioni rientrati sulla Terra erano in condizioni eccellenti, quindi dal punto di vista tecnico possiamo dire che Prometeo si sia svolto nel migliore dei modi – afferma Gianni Ciofani, il ricercatore Iit ideatore del progetto Prometeo –. Non appena avremo condotto gli esperimenti di controllo in laboratorio inizierà la fase di analisi, dove ci aspettiamo di raccogliere dati utili sia sugli effetti della permanenza nello spazio delle cellule nervose che sull’azione antiossidante delle nanoparticelle di polidopamina". Il progetto Prometeo è rientrato tra quelli selezionati, finanziati e gestiti dall’Agenzia spaziale italiana. "Il successo di questo esperimento si deve alla collaborazione tra l’Asi e l’Esa nell’ambito della missione Minerva di Samantha Cristoforetti – spiega Giovanni Valentini, responsabile Asi del progetto –. Esa e Asi per la prima volta hanno avuto la possibilità di integrare un esperimento biologico in prossimità del sito di Wallops poche ore prima del lancio, utilizzando i laboratori messi a disposizione da Nasa".