
Il provvedimento salvagente aveva accontentato tutti, consentendo agli esercenti di rintuzzare le perdite d’esercizio causate dalle limitazioni anti pandemia. La possibilità di utilizzare gratuitamente spazi aggiuntivi di suolo pubblico rispetto a quelli già in concessione, ha visto dehors, tavolini e ombrelloni moltiplicarsi a dismisura, spuntando su marciapiedi e lungo le strade, e trasformando il centro pedonale spezzino in un ristorante a cielo aperto, una cittadella del ‘food and beverage’ che ha come al solito diviso l’opinione pubblica. Dal 1° gennaio però è cambiato tutto: cessata l’emergenza covid, è scaduta anche l’ultima proroga concessa dal Comune sulla base dei provvedimenti nazionali, con Palazzo civico che ha deciso di non cogliere l’opportunità – già colta da altri Comuni italiani – di prolungare in autonomia la misura per un altro anno, così come concesso dal governo. Risultati: gli spazi aggiuntivi occupati gratuitamente durante la pandemia devono essere sgomberati al più presto, pena una multa salata per occupazione abusiva del suolo pubblico. Le associazioni di categoria da settimane stanno rilanciando il tam tam tra i propri associati al fine di evitare situazioni spiacevoli, con il Comune che, per ora, pare non voler calcare più di tanto la mano sui ritardatari, con il comando di polizia municipale che non ha messo a referto alcun verbale a carico degli esercenti che ancora non hanno levato sedie e tavolini, puntando piuttosto sulla sensibilizzazione. Tanti, tuttavia, i bar e i ristoranti che ancora si devono allineare alle nuove disposizioni, a tal punto che le associazioni di categoria non mancano di inoltrare comunicazioni e promemoria quasi quotidianamente.
"Il 31 dicembre è decaduta la delibera comunale con la quale venivano concesse le occupazioni di suolo pubblico cosiddette ‘libere’: pertanto, tutti i locali cittadini che hanno beneficiato del suddetto provvedimento e che hanno occupato gratuitamente il suolo pubblico devono liberare le aree e rimuovere tavoli, sedie – è l’ultima comunicazione di Confcommercio –. Il Comune della Spezia ci ha informato di aver dato mandato alla Polizia municipale di effettuare i relativi controlli e, eventualmente, di sanzionare le occupazioni abusive di suolo". Una situazione comunque in divenire, dove le associazioni sperano di intavolare una trattativa col Comune per capire quali possano essere i margini per un consolidamento (a pagamento) di quegli spazi aggiuntivi utilizzati da chi, in questi mesi, ha approfittato con buoni risultati dell’opportunità indotta dalla necessità di favorire il distanziamento sociale. "Sarebbe auspicabile trovare un punto di incontro tra le esigenze di tutti, ovviamente anche nell’ottica di sostenere le aziende, nei limiti di quella che è la prerogativa del Comune di tutelare tutti gli interessi che riguardano la vita della città" afferma Lorenzo Servadei, funzionario di Confcommercio addetto all’assistenza delle imprese turistico ricreative, che sottolinea come "i presupposti per la proroga della misura sono venuti meno, e chi ha usufruito del suolo pubblico a condizioni privilegiate oggi non ne ha più diritto. È stata un’opportunità importante per molti, un salvagente che ha aiutato tanto perché ha permesso a molte attività di lavorare meglio in una condizione difficile. Nulla vieta agli esercenti di inoltrare domanda attraverso i canali ordinari per garantirsi l’occupazione del suolo pubblico utilizzato in aggiunta, ovviamente pagandolo, a condizione che l’area possa essere effettivamente concessa". Anche qui, però, non manca la solita stortura all’italiana: la fine della pandemia ha fatto resuscitare la cara vecchia burocrazia made in Italy, e così la procedura velocizzata introdotta in epoca Covid non esiste più, sostituita da quella ordinaria, fatta di planimetrie, bozzetti, foto agli spazi pubblici interessati dall’occupazione. E di tempi più lunghi.
Matteo Marcello