MASSIMO MERLUZZI
Cronaca

Delitto di Mattarana, uccise la moglie che voleva morire: patteggia 3 anni e mezzo

Accolta la richiesta presentata dai legali di Zenucchi. Nei prossimi giorni è attesa anche la decisione sull’istanza di scarcerazione

Nei riquadri, Alfredo Zenucchi e Rosella Cominotti. Nella foto grande, il corpo della donna viene trasferito

Nei riquadri, Alfredo Zenucchi e Rosella Cominotti. Nella foto grande, il corpo della donna viene trasferito

La Spezia, 27 giugno 2024 – Un uomo quasi libero. La richiesta di patteggiamento è stata accolta e adesso resta soltanto da sciogliere l’ultimo nodo legato all’istanza di scarcerazione. Ha ucciso la moglie Alfredo Zenucchi ma dovrà scontare soltanto 3 anni e 6 mesi per l’omicidio di Rossella Cominotti avvenuto lo scorso 8 dicembre in un albergo di Mattarana, nel territorio di Carrodano dove erano arrivati da Cavatigozzi paese alle porte di Cremona dove gestivano un’edicola. La richiesta di patteggiamento presentata dai legali dell’uxoricida Alberto Rimmaudo del foro di Massa e del collega Riccardo Balatri di Spezia è stata accolta ieri mattina in Tribunale a Spezia dal gup Marinella Acerbi. Si è riservata di decidere però sull’istanza presentata dai legali di revoca della detenzione e quindi di applicazione di una misura alternativa al carcere essendo mutato il quadro indiziario. Non è stata invece accolta la richiesta di indegnità presentata dall’avvocato Fabio Ferrini di Mantova rappresentante la mamma e sorella della vittima. L’omicidio del consenziente infatti non comporta la decadenza da titolo ereditario anche se una mano arriverà dalla rinuncia di Zenucchi a ogni eventuale titolo. L’omicida era presente in aula seduto in mezzo ai suoi avvocati e piantonato dagli agenti della penitenziaria. Irriconoscibile rispetto al giorno dell’arresto. Senza più la barba, capelli rasati, t-shirt nera e felpa. Non ha avuto reazioni anche se i legali lo descrivono come un uomo tranquillo. Da qualche mese svolge alcune mansioni all’interno del carcere di Spezia e non si trova più sotto sorveglianza come nei primi tempi quando il pericolo di suicidio era ritenuto altissimo. Come più volte ammesso, senza mai cambiare versione, Zenucchi 57 anni ha ucciso Rossella di 53 recidendole le vene dei polsi con un rasoio, come espressamente richiesto in una lettera scritta di pugno dalla moglie e ritenuta autentica. Avrebbe poi dovuto uccidersi ma non è stato in grado di farlo e così ha girovagato in auto prima di essere fermato dai carabinieri a Villafranca. Il suo racconto senza mai nessuna contraddizione e la lettera ritrovata che confermava la richiesta della vittima sono state le chiavi utilizzate dagli avvocati per la richiesta di patteggiamento. Partito dalla base di 7 anni e mezzo e sceso a 3 e 6 mesi per il riconoscimento delle attenuanti evitando così l’udienza in Corte d’Assise.