Genova, 29 maggio 2024 – Lo aveva annunciato il giorno dell'interrogatorio di garanzia davanti al giudice per le indagini preliminari. Oggi, si apprende in ambienti politici, Matteo Cozzani si è ufficialmente dimesso da capo di gabinetto della Regione Liguria. Lo riporta l’Ansa.
L'ex sindaco di Portovenere è ai domiciliari dal 7 maggio, accusato di corruzione dalle procure di Spezia e Genova. Dai pm del capoluogo ligure è anche accusato di voto di scambio aggravato dall'aver agevolato la mafia. Era diventato uomo di fiducia di Giovanni Toti a cavallo delle regionali del 2020.
Intanto riprenderanno nelle prossime ore gli interrogatori delle persone informate dei fatti nell'ambito dell'inchiesta. Il primo a essere sentito, forse già venerdì, dovrebbe essere Andrea La Mattina, membro del comitato portuale in quota Regione. Secondo l'accusa lui e Giorgio Carozzi (membro per conto del Comune) avrebbero subito pressioni per cambiare il loro parere e votare a favore della proroga a 30 anni per il rinnovo della concessione del Terminal Rinfuse a favore di Aldo Spinelli. Altro interrogatorio atteso è quello della manager Ivana Semeraro, del fondo Icon Infrastructure, che si sarebbe rifiutata con Spinelli di finanziare per 40 mila euro il comitato elettorale di Giovanni Toti, perché a suo avviso “questi pagamenti possono essere visti come corruzione”.
La sua testimonianza servirà a capire il perché di quelle perplessità riguardo all'azione dell'imprenditore. Davanti ai pm verranno convocati anche il sindaco Marco Bucci, che avrebbe a sua volta fatto pressioni a Carozzi per cambiare idea sul Terminal Rinfuse, e l'armatore Gianluigi Aponte. E, ancora, saranno presto convocate in procura tre testimoni chiave per la vicenda del tombamento di Calata Concenter. Si tratta di Annamaria Bonomo, ex Avvocato dello Stato a Genova e consulente (a titolo gratuito) della Struttura Commissariale per la ricostruzione post Morandi guidata da Bucci; Lucia Cristina Tringali, dirigente e responsabile dell'anticorruzione interna di Autorità Portuale, e l'architetta Cristina Bartolini, Soprintendente alle Belle Arti di Genova. Tutte e tre, nel 2022 avevano espresso dubbi di legittimità sull'operazione.
Intanto, sul fronte politico, è ufficiale la data del 4 giugno per la mozione di sfiducia contro il presidente della Regione Giovanni Toti, agli arresti domiciliari nella sua casa di Ameglia per corruzione dal 7 maggio. Andrà al voto in Consiglio regionale nella seduta di martedì prossimo. Lo ufficializza l'ufficio stampa dell'assemblea legislativa inviando la sintesi dell'ordine del giorno della prossima seduta. Il documento è firmato dai gruppi d'opposizione Pd, Lista Sansa, M5S e Linea Condivisa. Si tratta della 'mozione 109' intitolata 'Sfiducia nei confronti del presidente della Giunta regionale’.
"Valutato lo scioglimento del Consiglio Regionale e lo svolgimento di nuove elezioni l'unica strada possibile per restituire dignità alle istituzioni, - recita - per evitare una situazione di stallo della Regione e garantire un governo regionale che operi nella piena legittimazione democratica e politica, sfiducia ai sensi dell'articolo 124 del Regolamento interno il presidente della Giunta regionale Giovanni Toti".