GIANLUCA TINFENA
Cronaca

Do Prado, salvatore dello Spezia nel 2007 "Ricordo ancora il boato dopo la mia rete"

Il gol al Verona è rimasto impresso nella tifoseria. Ha smesso di giocare lo scorso anno, ma dal Brasile segue sempre la sua ex squadra

di GIanluca Tinfena

Sono trascorsi già 14 anni da quella sera di fine giugno del 2007 quando lo Spezia alla prima apparizione in serie B dopo 55 lunghi anni riuscì nell’impresa di agguantare la salvezza al Bentegodi di Verona condannando ad un’imprevedibile retrocessione l’Hellas allenato da Ventura, ma quegli attimi intensi delle due sfide play out rimarranno per sempre nei ricordi più preziosi di una tifoseria che ha sofferto e lottato insieme allo Spezia di Antonio Soda in una stagione davvero incredibile. Sempre al Bentegodi di Verona lo Spezia di Vincenzo Italiano si giocherà un altro importante appuntamento. Questa settimana non potevamo non tornare su quella doppia sfida infuocata del 2007 e abbiamo invitato a colazione a distanza direttamente dal Brasile il grande protagonista di quel finale incandescente di spareggi play out: il brasiliano Guilherme Do Prado.

Innanzitutto sei ancora in attività oppure hai appeso le scarpette al chiodo?

"Ho smesso di giocare lo scorso anno, ma sono rimasto nell’ambiente del calcio. Sono brasiliano e so cosa significa per i bambini del mio paese giocare a calcio, per loro è una forma di riscatto e per molti anche un sogno da realizzare. Tanti di loro giocano per strada e la missione che mi sono dato è quella di poter dare a loro un futuro diverso magari simile a quello che ho avuto la fortuna di avere io. Ho fondato insieme ad altri soci il progetto G10aljairisports con sede a Dubai, quindi mi divido tra Brasile ed Emirati Arabi".

Hai giocato tanti anni in Italia e soprattutto hai vestito per un anno e mezzo la maglia dello Spezia. Hai continuato a seguire le sorti della tua ex squadra?

"L’anno scorso in estate sono stato felicissimo di vedere lo Spezia promosso in serie A. E quest’anno ho seguito a distanza tutte le partite. Sono rimasto affezionato ai ricordi soprattutto del primo anno. Venivo da un periodo difficile a Firenze con due infortuni al ginocchio e non mi dimenticherò mai la fiducia che la società ha avuto in me, ma soprattutto quel muro bianco della Curva Ferrovia che ci trascinò quell’anno alla salvezza. Ho ancora nelle orecchie il boato dopo il mio gol al Verona".

Sei passato alla storia del club proprio per quella partita di andata contro l’Hellas dove prima ti eri procurato il rigore trasformato da Severino, poi ci fu quel gol con in tiro incredibile da 30 metri. Cosa ricordi di quella partita?

"Ricordo proprio tutto. Iniziai la gara dalla panchina, non partivo titolare. Se non fossimo stati in svantaggio probabilmente non sarei neppure entrato. Verso la fine del primo tempo tre miei compagni che erano lì con me iniziarono a dire a mister Soda: metti in campo Guly, ne abbiamo bisogno. Io sorridevo dentro di me e iniziai a guardare la curva per darmi la carica perché avevo capito che sarebbe arrivato presto il mio momento. Entrai all’inizio del secondo tempo, al rientro dagli spogliatoi il mio compagno di squadra Alberto Quadri mi prese da parte e mi disse: Guly pensaci tu. Poi i cori ripetuti dei tifosi mi diedero una carica incredibile. Com’è andata ce lo ricordiamo tutti. È uno dei ricordi più belli della mia carriera insieme al periodo in Inghilterra al Southampton dove abbiamo conquistato la promozione in Premier League".

Conosci personalmente i giocatori brasiliani attualmente allo Spezia? E c’è un giovane del campionato brasiliano che ti senti di consigliare come scommessa per lo Spezia del futuro?

"Non li conosco personalmente, ma mi capita spesso di seguire lo Spezia e Leo Sena è davvero un ottimo giocatore. Sta facendo bene in Italia e non è mai facile al primo anno. C’è un centrocampista giovane di 21 anni che non conoscono in molti, ma che sapendo come si gioca nel calcio italiano secondo me potrebbe già essere pronto. Si chiama Lucas Silva e gioca nella Caldense"

Cosa ti ricordi della città della Spezia?

"Il mare e il centro città dove ero spesso a passeggiare con la mia famiglia insieme a Marco Pecorari e la sua famiglia. Mi manca l’Italia, sono praticamente cresciuto nel vostro paese avendoci giocato molto. Penso di tornarci presto a vivere, magari sviluppando anche lì il progetto G10aljairisports".