
Violenza sulle donne
La Spezia, 11 luglio 2022 - E’ ricoverata nel reparto di chirurgia dell’ospedale Sant’Andrea e i medici non hanno ancora sciolto la prognosi. Ma le sue condizioni di salute sono decisamente migliorate, tanto che ha potuto anche parlare con il suo avvocato di fiducia, Massimiliano Leccese, al quale per prima cosa ha chiesto come stanno i suoi due figli. Buone notizie, quindi, per la donna albanese di 26 anni che venerdì, nel primo pomeriggio, è stata accoltellata almeno sei volte dall’ex compagno in piazza Concordia a Migliarina. Certamente dopo l’operazione dovrà restare almeno un’altra settimana in ospedale, ma si attende che la prognosi venga sciolta nelle prossime ore. Ha un fratello e una sorella in Italia, che però vivono a Genova. Come noto la polizia ha arrestato l’aggressore, l’ex compagno, muratore albanese di 37 anni che è rinchiuso nella casa circondariale di Villa Andreaino. Questa mattina alle 9,30 ci sarà la convalida dell’arresto davanti al gip Mario De Bellis e ai suoi legali di fiducia Cristian Falconi e Daniele Caprara.
Rimane ancora da chiarire quale sia stata la causa scatenante della brutale aggressione che ha rischiato di degenerare in femminicidio. Alla coppia erano stati tolti i due figli, uno frequenta l’asilo e l’altro le elementari, proprio per i continui litigi tra i due. Sono stati affidati ai servizi sociali e dal maggio scorso ne è curatore speciale del tribunale dei minori l’avvocato Roberta Neri. Proprio giovedì scorso, il giorno prima dell’aggressione a coltellate, l'uomo e la ex compagna, che vivono separati, avevano firmato con i rispettivi legali un accordo per regolamentare le visite dei figli. E secondo quanto trapela, il papà avrebbe potuto vederli quasi quanto la mamma. Nulla lasciava quindi presagire quanto è accaduto.
"Esprimiamo la nostra vicinanza alla donna accoltellata in città, un altro episodio preoccupante simbolo di una pericolosa deviazione culturale in cui ancora una volta una donna è stata vittima di violenza domestica". Così Francesca Tarantini, coordinamento donne della Cgil, che continua: "L’uomo era anche già stato denunciato. È d’obbligo sottolineare comunque l’importanza di denunciare in ogni caso episodi di violenza subiti, sia che si parli di violenza psicologica che fisica. Denunciando e lavorando sulla cultura sociale si può scardinare questo sistema violento. Continuiamo a sottolineare l’importanza, per le donne, di una struttura stabile che le aiuti a svincolarsi da queste situazioni".