REDAZIONE LA SPEZIA

‘Donna dell’anima’ nella musica di K’in 232

Il nuovo brano selezionato al Tour Music Fest dove è arrivato alle semifinali ottenendo un buon giudizio dalla commissione artistica

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"La donna dell’anima balla oltre il limite del pensiero prettamente maschile, limite che viene superato attraverso una ricerca spirituale di se stessi, sia che si sia uomo, sia che si sia donna". ‘Donna dell’anima’ è il titolo del nuovo brano dei K’in 232 che, tra l’altro, è stato selezionato al Tour Music Fest arrivando alle fasi della semifinali, dopo aver superato i due step precedenti e dopo aver ottenuto un buon giudizio dalla commissione artistica dell’organizzazione. "La donna dell’anima è quieta nel subconscio di uomini e donne – prosegue il cantante e chitarrista Massimo Parducci – , è un potenziale istinto innato e primordiale, che si libera efficacemente se si è in grado di sconoscersi: è la parte femminile di tutti e dalla quale tutti proveniamo". Con Parducci, nella formazione pop rock tutta spezzina (www.kin232.it) nata nel luglio 2018 – e che nel 2020 ha dedicato il singolo ‘Curva Ferrovia’ allo Spezia di cui sono grandi tifosi – anche la chitarra di Marco Del Sarto, il basso di Pino La Rocca, le tastiere di Fabio Parducci e la batteria di Luca Bresciani (che si è occupato anche del mix e mastering dell’ultimo pezzo). La donna dell’anima corre sul ‘vento che soffia dal grembo, è corrente da prendere’, è in cammino per trovare la sua ‘verità, la sua aria, la sua magia’.

"La bellezza dell’anima è donna e sa dove andare, ma non è facile svincolarsi dagli stereotipi culturali occidentali: quando ci si riesce si ritrova ciò che si conosce profondamente, ci si risveglia! Si apre così la possibilità di iniziare una vita parallela, quella vita eterna che danza e suona come da sempre è stato e raccontato in tutte le civiltà. Si dà fiato alla speranza che si manifesta attraverso il piacere di vivere". Nel brano ciò viene spiegato in sintesi ricorrendo alla storia delle muse figlie di Zeus, Euterpe e Tersicore, il nome della prima significa ‘colei che rallegra’ protettrice degli strumenti a fiato (e più tardi anche della poesia lirica), la seconda è la protettrice della danza. sempre intenta a trarre accordi con le dita affusolate nel suo strumento: ‘Euterpe dai suona per me, fammi danzare come già fatto, tra i fili del tempo ci sono le linfe dell’eterno; Tersicore anche tu resta qua, saltiamo l’equilibrio insieme’. "A fine canzone abbiamo provato musicalmente a trasferire questa voglia di vivere in allegria, aumentando le sonorità complessive, con l’utilizzo di tastiere predominanti come fossero trombe che suonano la riscossa ritrovata che non si vuol mai più perdere. Forse un’utopia...".

Marco Magi