REDAZIONE LA SPEZIA

Rossella Cominotti uccisa, il marito confessa: “Volevamo farla finita insieme, io non ce l’ho fatta”

L’interrogatorio di Alfredo Zenucchi ora in stato di fermo con l’accusa di omicidio: usato un rasoio per colpire la donna

Rossella Cominotti e Alfredo Zenucchi

La Spezia, 8 dicembre 2023 – “Volevamo farla finita insieme. Prima dovevo uccidere lei, poi mi sarei tolto la vita io. Ma alla fine non ce l’ho fatta”. Alfredo Zenucchi, marito di Rossella Cominotti, ha confessato ai carabinieri di aver ucciso sua moglie nell’ambito di un tentato suicidio da parte di entrambi. Dalle prime indagini dei carabinieri sarebbe emersa la volontà espressa di entrambi di togliersi la vita. Il movente non è ancora chiaro, le indagini sono in corso, ma dalle prime attività dei carabinieri non sono emerse né motivazioni sentimentali di gelosia, né motivazioni economiche. L'arma del delitto è un rasoio. Il tentativo di suicidio di Zenucchi non sarebbe andato a buon fine e avrebbe deciso di farla finita in altro modo. L’uomo è al momento in stato di fermo con l’accusa di omicidio e sarà portato nel carcere di Massa-Carrara. 

Rossella Cominotti, 110ma vittima di femminicidio in Italia, era svanita nel nulla da 12 giorni con il marito, forse una fuga per questioni economiche dal Cremonese, dove risiedevano.  L'uomo è stato fermato in Lunigiana dopo una fuga durata poche ore.

Della coppia non si avevano più notizie da circa due settimane: marito e moglie, residenti a Cavatigozzi alle porte di Cremona, sono i titolari di un'edicola nel centro di Bonemerse davanti al palazzo del Comune. Una parente di Rossella nelle ultime ore aveva lanciato un vano appello su Facebook per ritrovarla denunciando che "in famiglia c'è molta paura” sulla sua sorte. “Stiamo cercando Rossella. Mancano da casa lei e il marito da ormai 12 giorni. - ha scritto - Vive a Bonemerse. I telefoni non ricevono più nemmeno WhatsApp e chiamate. Dateci una mano”.

Ma poi la scoperta del cadavere della donna e la caccia all'uomo tra Liguria e Toscana, dopo una fuga nemmeno organizzata, e infatti durata una manciata d'ore. Riservati, "persino schivi” a dispetto del lavoro che avevano deciso di svolgere, gli edicolanti, sempre a contatto con la gente: così i vicini di casa di Cavatigozzi e i clienti di Bonemerse descrivono Rossella e Alfredo. In provincia di Cremona, tra il quartiere del capoluogo dove abitavano in una villetta a schiera e il paese della cintura cittadina dove da poco più di un anno avevano rilevato l'attività, “più di una volta trovata chiusa”, parlano di una coppia come tante. “Mai sentiti urlare, mai assistito a liti particolari”.

Eppure Cominotti e Zenucchi, che proprio ieri ha compiuto 57 anni, a qualcuno dei vicini apparivano "strani”. Non fosse perché si vedevano pochissimo e avevano rapporti quasi inesistenti con il vicinato, nonostante il complesso di residenza sia formato da abitazioni una attaccata all'altra. “Lui non lo abbiamo praticamente mai visto e avremo parlato con lei tre volte in tutto. E per dire buongiorno o buonasera”.

“Da mesi la casa sembrava come abbandonata. L'erba del giardino è cresciuta in maniera smisurata e abbiamo provveduto a tagliarla noi", raccontano alcuni vicini allungando anche l'ombra di presunti problemi economici. Solo una volta c'è stato un confronto: “Anche piuttosto duro per i cani e il modo in cui li tenevano. Sempre liberi, quasi abbandonati a loro stessi - rivela una vicina -. Ci siamo lamentati e lui ci ha quasi aggrediti”. Una banale lite di vicinato, quasi segno premonitore, di quello che sarebbe potuto accadere.