REDAZIONE LA SPEZIA

Dragaggi, c’è l’ok all’emendamento. Fanghi spezzini nella diga di Genova

Via libera alla modifica al decreto legge proposta dalla senatrice spezzina della Lega, Pucciarelli "Le terre derivanti dagli scavi diventano risorsa. Velocizzazione dei processi per liberare lo scalo".

L’emendamento sblocca il dragaggio per il nuovo. Ravano

L’emendamento sblocca il dragaggio per il nuovo. Ravano

Era stato annunciato a più riprese, rilanciato dal viceministro Edoardo Rixi anche in occasione del convegno ’A bridge to Africa’ di metà novembre. Via libera, ieri pomeriggio, all’emendamento destinato a sbloccare i dragaggi nel porto spezzino. Una modifica ad hoc nell’ambito delle norme del decreto legge sulla tutela ambientale, presentato dalla senatrice spezzina

della Lega Stefania Pucciarelli assieme a Tilde Minasi e Antonino Germanà, aprirà le porte alla velocizzazione di quei procedimenti che rischiano di far finire in secca il porto spezzino. Con l’emendamento, le terre derivanti dagli scavi del primo e del terzo bacino – quello relativo al nuovo terminal Ravano, oggetto degli investimenti di Lsct – diventeranno riempimento della diga di Genova. "I fanghi derivanti dallo spianamento del primo bacino portuale della Spezia diventano una risorsa – dice la senatrice spezzina, prima firmataria dell’atto –. L’approvazione del mio emendamento sul riutilizzo del materiale di dragaggio apre le porte alla velocizzazione dei processi per liberare il porto della Spezia dai sedimenti in eccesso. Inoltre, le terre derivanti dai dragaggi potranno essere legate, in maniera più rapida, al cronoprogramma dell’esecuzione della nuova diga foranea di Genova invece di essere portate in discarica o nelle colmate".

"Una semplificazione del processo che, grazie all’impegno del Mit e del viceministro Rixi – rimarca la Pucciarelli – risolve in un colpo solo il problema del fondale del primo bacino e quello dello smaltimento del materiale non inquinato nel rispetto della disciplina comunitaria e nazionale in materia di gestione dei rifiuti".

Matteo Marcello