La Spezia, 17 novembre 2024 – I numeri sono la fotografia di un disagio che il tempo non ha saputo contrastare. Il mondo della tossicodipendenza è ancora una palude dove annaspano e si perdono clienti di ogni età, nonostante le campagne di informazione e la consapevolezza del rischio di un non ritorno ben superiore agli anni Settanta e Ottanta.
Quando la droga divenne una piaga sociale ma gli strumenti per contrastarla erano pochi e l’emarginazione spesso sostituiva la vera soluzione del problema.
Adesso il ponte abbraccia i ragazzini che a 13-14 anni hanno già avuto esperienze forti e i cinquantenni professionisti che vivono il vizio come un passatempo quasi giocoso da condividere con gli amici nel dopo lavoro in ufficio.
Arrivando agli irriducibili che ancora cavalcano l’onda dello sballo tra alti e bassi. Agli sportelli del Serd, denominazione del “vecchio“ Sert di via Dalmazia a Spezia e all’ex consultorio di via Dante Alighieri a Sarzana sono in cura ben 1663 pazienti suddivisi tra varie categorie di rischio. Sono consumatori di cocaina, eroina, cannabinoidi e droghe sintetiche tornate in voga tra i ragazzi.
Ma anche poli assuntori, alcolisti, tabagisti e ludopatici. L’eroina non è mai passata. Cambiano le modalità di assunzione, non più esclusivamente iniettata in vena, ma fumata. Una procedura utilizzata anche dai ragazzi.
Da anni la dottoressa Margherita Simeone, direttore del Serd di via Dalmazia, ha a che fare con tanti casi differenti che non diminuiscono nella quantità ma si differenziano nelle modalità.
“I numeri sono costanti – spiega – purtroppo ci sono anche tanti giovanissimi che già ragazzini hanno bisogno di un percorso riabilitativo, supportato da psicologi e educatori. Abbiamo riscontrato anche casi di assunzione di Ketamina, un anestetico che viene utilizzato nell’equitazione. Il trattamento di determinate sostanze è più complesso rispetto all’eroina per la quale viene somministrato il metadone che è un agonista sostitutivo della sostanza. Mentre non c’è un farmaco per la dipendenza da cannabis oppure cocaina e così occorre affrontare il problema in altri modi”.
Con quale trattamento?
“Somministrando al paziente in cura antidepressivi oppure stabilizzanti dell’umore e psicofarmaci che ci consentano di tenere sotto controllo l’astinenza”.
Come si presentano da voi i giovanissimi?
“Spesso per una conseguenza da intossicazione e quindi il trasporto in pronto soccorso oppure attraverso il percorso della magistratura. Lo scorso anno abbiamo preso in carico due ragazzi di 14 anni già dediti a droghe pesanti e 27 casi tra i 15 e 17 anni. Vorremmo fare di più, in particolare un lavoro preventivo partendo dalle scuole proprio per tenere sempre acceso un faro sulla problematica unendolo all’impegno dei servizi sociali e sanitari”.
E la fascia adulta?
“Ci sono pazienti in carico da oltre 20 anni, alcuni sono ultrasessantenni che nel frattempo hanno abbinato la cocaina all’eroina oppure alcol”.
C’è il rischio che proprio la cocaina sia diventata una sostanza quasi di moda?
“Abbiamo conosciuto pazienti dalla doppia vita che si sono presentati o perché inseriti dal Tribunale in un programma di recupero oppure smascherati dalle mogli, insospettite dagli ammanchi economici. Le persone di una certa età spesso non si considerano dipendenti dalla sostanza ma la reputano quasi la normalità. E invece è uno stile di vita difficile e pesante da sostenere, anche psicologicamente avendo una professione e una famiglia”.
Anche le altre dipendenze sono in crescita?
“Al centro che abbiamo a Sarzana in via Dante Alighieri si presentano assuntori di sostanze ma anche tabagisti e giocatori d’azzardo. La ludopatia è un’altra patologia forte che ci pone davanti persone adulte, uomini e donne”.