
E’ arrivato alla Spezia dall’Antartide a cerimonia conclusa, per colpa dei ritardi aerei. Roba la mordersi le mani. Ma il luogotenente Ivano Cardinali è l’uomo più felice del mondo: il figlio Alessio è riuscito nell’impresa di diventare Palombaro della Marina Militare, come lo è lui da 31 anni, brevettato lì, al Varignano, dove il figlio del suo sangue, dopo una rigida selezione, ha ottenuto l’ambito basco blù.
"La pacca di rito ho dovuto dargliela a casa. Una grande emozione, condivisa con mia moglie" dice Ivano che, alla vista di Alessio, ha perso di botto la stanchezza indotta dalla lunga missione nel continente bianco, iniziata il 10 ottobre scorso, a supporto degli scienziati dell’Enea impegnati nei rilievi, anche sottomarini, nell’ambiente-sentinella dei cambiamenti climatici.
Gli effetti del Dna, e della passione trasferita in ambito familiare, hanno dato luogo ieri, nel Raggruppamento Subacquei Ed Incursori Teseo Tesei, ad altri due imbascamenti da congiunto a congiunto: da padre in figlio e da sorella a fratello. I primi sono Giuseppe e Paolo Pittalis; gli altri sono Chiara e Ivan Giamundo, lei prima donna palombaro della Storia della Marina, lui capo-corso per le performace palesate.
Ieri al Comsubin alla presenza del Capo di Stato Maggiore della Marina Militare, Ammiraglio di Squadra Giuseppe Cavo Dragone, si è svolta la cerimonia di conferimento dei brevetti da palombaro a 18 allievi del corso Ordinario; tre di loro sono, come detto, figli e fratello d’arte.
La portata dell’evento è stata sottolineata dal numero uno della Marina, che fu comandante di Comsubin dal 2008 al 2011, incarito affidato, dal settembre 2019, al contrammiraglio Massimiliano Rossi: "La fidelizzazione familiare è un’ulteriore testimonianza di quanto attrattiva sia questa professione e quanta soddisfazione dia nell’ambito della famiglia, dove si tramanda l’amore per la Marina".
A incarnare i valori che vengono da lontano c’era il decano dei Palombari, Luciano Brighetti, 85 anni.
"La sua presenza - ha sottolineato Cavo Dragone – è testimonianza di quanto solido sia questo filo che unisce la tradizione al mondo di oggi e a quello che verrà". Anche così il Varignano si fa crocevia della storia, verso i nuovi bisognii: il simulatore abissale, una nuova nave per il soccorso ai sommergibili indentati, una nuova piattaforma nautica multifunzione per gli addestramenti. Progetti pronti, tempistiva attuativa incerta ma potenzialità enormi per il territorio.
"Il futuro è nelle vostre mani – ha concluso il capo della Marina rivolgendosi ai neo-brevettati -; avrete i mezzi per esprimere al meglio queste capacità di nicchia, queste eccellenze di cui andiamo particolarmente fieri. Il materiale c’è, la tecnologia anche, ci vuole la vostra volontà, la vostra determinazione".
Il brevettamento dei nuovi magnifici 18 è conseguenza della possibilità offerta dal concorso per Volontari in Ferma Prefissata di un anno (VFP1) e dal corso mirato sostenuto. Il risultato è una preparazione di altissimo livello fisico e professionale di base, quella necessaria per essere impiegati in ogni operazione subacquea complessa ed intervenire su qualsiasi ordigno esplosivo rinvenuto in un contesto marittimo. Si può diventare un Palombaro della Marina attraverso la frequenza dell’Accademia Navale di Livorno e delle Scuole Sottufficiali, oppure partecipando, come detto, al concorso per Volontari in Ferma Prefissata di un anno (VFP1) che permette di accedere direttamente alla Scuola Subacquei del Comsubim, palestra formativa del Gruppo Operativo Subacquei di cui è comandante il Capitano di Vascello Giampaolo Consoli, un graziotto che dà ulteriore linfa pulsante al paese, che si fregia della denominazione "Città dei Palombari".
Corrado Ricci