"Eccolo, è lui l’assassino" Due testimoni incastrano chi ha ucciso il tunisino

Riconoscimento in tribunale del dominicano fermato dai carabinieri. La svolta per effetto dell’incidente probatorio chiesto dal procuratore.

"Eccolo, è lui l’assassino"  Due testimoni incastrano  chi ha ucciso il tunisino

"Eccolo, è lui l’assassino" Due testimoni incastrano chi ha ucciso il tunisino

"E’ lui". Dito puntato contro Carlos Alberto Rosà Nunez, il giovane dominicano di 24 anni, accusato dell’omicidio di Mohamed Ali Saidi, il tunisino di 44 anni ucciso con una coltellata al cuore in via Corridoni nella notte del 19 luglio scorso. L’attribuzione di responsabilità è arrivata ieri da due stranieri testimoni oculari del delitto, un tunisino e un ghanese. La portata dell’affondo è di quelli che fanno prova. E’ avvenuto, infatti, nelle forme dell’incidente probatorio cristallizzando a fini processuali il racconto che era già patrimonio investigativo dei Carabinieri che, in una manciata di ore, erano risaliti all’indiziato, fermandolo. L’inchiesta da manuale, condotta dai militari del Reparto operativo del Nucleo Radiomobile del Comando Provinciale, ha avuto così il suo sigillo giudiziario. E’ accaduto davanti al gip Fabrizio Garofalo, per effetto dell’iniziativa del procuratore Antonio Patrono (nella foto) e del sostituto Claudia Merlino, appreso che i testimoni sono stranieri senza fissa dimora. Ricostruito anche il possibile movente del delitto: un debito di 50 euro nel mondo sommerso dello spaccio della droga, quello del tunisino nei confronti del dominicano che non si è fatto scrupoli di accoltellarlo per punirlo dello sgarro.

Difesa in salita per gli avvocati Mauro Boni e Pasquale Iodice.

Corrado Ricci