Economia, più luci che ombre: “Il 2025 sarà un anno cruciale”

La Camera di Commercio ha presentato il Rapporto provinciale: in calo le imprese e l’agricoltura. La filiera del mare e la difesa trainano la produzione. Aumenta l’occupazione

Marco Casarino e Paolo Cortese hanno presentato i dati del rapporto provinciale

Marco Casarino e Paolo Cortese hanno presentato i dati del rapporto provinciale

La Spezia, 24 ottobre 2024 – Uno stato di salute “moderatamente positivo”, per dirla con le parole segretario generale della Camera di Commercio Riviere di Liguria, Marco Casarino, ma dove il futuro è contrassegnato da incertezze. È un Rapporto economico provinciale dove non ci sono solo luci ma anche qualche ombra, quello dell’ente camerale in collaborazione col Centro Studi Tagliacarne.

Se da un lato l’effetto Covid sembra essere esaurito, dall’altra il report pone una serie di questioni su molti temi, conosciuti e datati, così come nuovi. I dati sulla popolazione – circa 215mila residenti – sono in crescita infinitesimale, ma questo è dovuto ai tassi migratori che compensano quello naturale, ampiamente negativo; l’indice di vecchiaia si attesta nel 2023 al 258,4%, tuttavia, si registra una variazione positiva delle nascite, anche in questo caso grazie per lo più all’apporto delle famiglie straniere. Sono dati positivi quelli sull’occupazione, il cui tasso del 67,8% cresce rispetto al 2022, raggiungendo il punto più alto dal 2020. Il tasso di disoccupazione diminuisce al 5,1%, e in calo sono anche le ore di cassa integrazione (-53,5%). A trainare sono i settori manifatturiero (+15,8%) e del commercio-alberghiero e ristorazione (+38,8%).

Calano invece le imprese: a fine 2023 il sistema produttivo spezzino ha registrato un saldo negativo fra iscrizioni e cessazioni di imprese, sia in termini di imprese registrate (-0,3%) sia attive (-0,1%); è il comparto agricolo a manifestare le criticità più serie: in provincia sono diminuite le superfici e la produzione di vino – ma aumenta tuttavia la produzione di vini di qualità Dop e Igp del 6,7% – mentre il numero di aziende diminuisce del 31,7%, con un aumento infinitesimale (0,4%) delle superfici coltivate. Le note positive, come detto, arrivano dai comparti turistici e dalla filiera della nautica. Per il primo, il boom di arrivi e presenze attesta la rinnovata vocazione turistica della provincia (presenze +5,8%, arrivi +9,2%). Per ciò che concerne l’economia del mare, che in provincia supera gli 1,1 milioni di euro di valore aggiunto, la cantieristica costituisce il settore principale con oltre 465 milioni di euro, incidendo per il 40,6%, segue il settore della movimentazione di merci e passeggeri col 26,1%, e il settore dei servizi per oltre il 22%.

“L’andamento è moderatamente positivo, centrato su asset fondamentali per lo sviluppo del nostro territorio, come porto, difesa, turismo e l’edilizia dapprima rilanciata col Bonus110 e oggi trainata grazie all’attivazione dei finanziamenti Pnrr – dice il segretario Casarino –. Al tempo stesso si vive un sentimento di incertezza, con preoccupazioni diffuse, data la complessità del momento storico e l’aumento della consapevolezza di doverci convivere. Nel 2025 ci sveglieremo: il patto di stabilità sarà lo strumento su cui far camminare l’economia italiana e questi ci obbligherà a bagno di realtà, a praticare comportamenti corretti”.

“Ci sono fattori trainanti, come l’economia del mare, altri settori come l’agricoltura vivono un momento particolare, e anche le esportazioni verso la germania, per esempio, sono in calo. L’accordo tra Leonardo e Rheinmetall sarà importante per il territorio” aggiunge , Paolo Cortese, responsabile Osservatori locali del Centro Studi Tagliacarne. “Se la popolazione non cresce, non cresce nemmeno l’economia – asserisce Marco Guerrazzi, docente dell’Università di Genova –. Nel rapporto fra attitudine all’imprenditorialità e struttura demografica, i giovani sono più portati all’imprenditoria. Bisogna attuare interventi per far risalire la china, con interventi a favore della natalità, all’immigrazione, sgravi fiscali”.

Matteo Marcello