La Spezia, 10 gennaio 2024 – A don Pier Carlo Medinelli, che ha l’onore e l’onere di celebrarne il funerale, lui che oltre ad essere il parroco della Cattedrale è anche il presidente di Tele Liguria Sud, l’emittente che nel corso degli anni ha reso il volto di Enrico Colombo tra i più popolari e familiari della città, la voce si incrina un paio di volte. In quel "Carissimo Enrico", ripetuto più di una volta, non c’è solo la stima professionale per quello che è stato uno dei protagonisti del giornalismo spezzino dell’ultimo mezzo secolo, ma anche un forte sentimento di amicizia.
"Era la simpatia in persona" dice il monsignore, e un sorriso grande si allarga nella cripta gremita di Cristo Re, tutti i presenti potrebbero citare almeno un aneddoto o un episodio divertenti legati a Colombo. Elegante ma non formale, vestiva classico ma con un twist, con qualche piccolo dettaglio – dalla cravatta alla fantasia della camicia – sempre leggermente diverso dal comune, perché speciale era la sua personalità. Aveva il dono di comunicare con i ragazzi, riuscendo a parlare con loro senza mai avere intonazioni paternalistiche. "Se volete fare questo mestiere studiate molto", i titoli accademici sono importanti ma ancora di più lo è non smettere mai di essere curiosi. "E poi siate capaci di improvvisare", lui che una volta condusse una conversazione di ben due ore attorno a un libro di cui aveva letto si e no la prefazione cinque minuti prima di salire sul palco. In mezzo a tanti professorini moralisti senza morale, un vero Maestro. L’ultima sua apparizione pubblica lo scorso settembre, in occasione del matrimonio dell’inossidabile Davide Morina, regista e cameraman della tv diocesana. Arrivò con passo lento e affaticato ma a pranzo finito, appena partì la musica, qualcosa in lui si riaccese.
Il vecchio leone di tante notti versiliesi – aveva fatto anche il presentatore alla Bussola – si lanciò nelle danze, ruggendo per l’ultima volta. Monsignor Medinelli, che cita il profeta Isaia, si immagina Enrico Colombo sulla sommità di un monte altissimo, in Paradiso, mentre legge libri e conduce trasmissioni culturali. Se mai su quel monte ci fosse l’alternanza tra alba e tramonto, Enrico saprebbe certamente come animare quell’intervallo.