REDAZIONE LA SPEZIA

Esposto in Procura per il rigassificatore. Il comitato chiede aiuto

Consegnato un dossier contenente dati e studi degli effetti in caso di guasto. A rafforzare la richiesta di indagine iIl raffronto con l’impianto di Livorno .

Esposto contro il rigassificatore (foto d’archivio)

Esposto contro il rigassificatore (foto d’archivio)

Nell’esposto inviato alla Procura della Repubblica si evidenziano i tanti timori e le forti preoccupazioni sul funzionamento del rigassificatore di Panigaglia. Una ventina di componenti del comitato che da tempo chiede l’immediata dismissione dell’impianto, ha consegnato alla Procura del Tribunale della Spezia, avvalendosi del supporto dell’avvocato Maurizio Sergi del foro spezzino, una serie di studi e dati nei quali emergerebbe la pericolosità in caso di guasti. La richiesta presentata in Procura è quella di valutare se sussistano dunque eventuali omissioni relative alla sicurezza e quindi siano ravvisabili estremi di reato e di accertare inoltre l’esistenza di una lesione della pubblica incolumità.

"Ci sono circostanze – hanno specificato nell’esposto– che destano particolare preoccupazione in riferimento al piano regolatore del Comune di Portovenere che stabilisce che l’area debba essere riconvertita a usi turistici. Ma il rigassificatore non solo non è stato dismesso ma anzi è preannunciata la possibilità di un ampliamento". I ricorrenti hanno ricordato il progetto che aumenterà la capacità di rigassificazione con rifacimento delle parti dell’impianto e il raddoppio della capacità di scarico e trasferimento del Gnl utilizzando in mare mega metaniere, bettoline e autocisterne su strada.

"Aumentando così a dismisura il traffico di Gnl sul Golfo – continua il comitato – e delle autocisterne che attraverseranno il quartiere abitato di Fossamastra".

A rafforzare l’esposto il comitato ha allegato anche uno studio commissionato da Olt offshore Lng Toscana alla ditta Ambiente Spa di Carrara che stima la distanza di elevata letalità in caso di rottura della tubazione di Gnl indicandola in 1.103 metri e lesioni irreversibili fino a 1.970 metri. "Per l’impianto di Livorno – concludono i firmatari – è stata calcolata una zona di sicuro impatto mentre non è avvenuto per il rigassificatore di Panigaglia dove è stata stabilita una sola zona di sicurezza. Le distanze di sicurezza previste per Panigaglia sono minori rispetto a quelle adottate per l’impianto livornese". Nell’esposto inoltre viene chiesto che in merito alla vicenda vengano ascoltati anche alcuni tecnici in grado di fornire ulteriori spiegazioni tenendo conto delle loro specifiche competenze oltre naturalmente a poter essere convocati per essere ascoltati sui fatti esposti.

Massimo Merluzzi