
Battaglia in tribunale (Foto di repertorio)
La Spezia, 20 febbraio 2025 – L’accusa è di quelle pesanti: estorsione ai danni di un uomo, minacciato di diffondere foto e video hard registrati nel corso di alcune videochat, e costretto a versare centinaia di euro su un conto online pur di non veder pubblicato quel materiale. Un’accusa netta, quella mossa dalla Procura nei confronti di una 58enne spezzina, assistita dall’avvocato Valentina Antonini, che a sua volta professa la propria innocenza ed estraneità ai fatti contestati.
Ieri, la vicenda è approdata davanti al giudice per l’udienza preliminare Marinella Acerbi, nell’ambito del procedimento con rito abbreviato condizionato allo svolgimento di una perizia da parte del consulente della difesa. Secondo la Procura – che ha mosso le contestazioni sulla base delle indagini svolte dai carabinieri di Velletri, e trasferiti per competenza dalla Procura laziale a quella spezzina – la donna avrebbe ottenuto il versamento da parte della vittima di tre bonifici di 200, 300 e 250 euro su un conto online a lei intestato. Il consulente forense della difesa, Ermanno Spano, ha però tracciato un quadro diverso da quello ipotizzato dalla Procura spezzina, sostenendo come le indagini svolte sarebbero state lacunose in quanto non avrebbero permesso l’identificazione certa del soggetto che chattava con la vittima, nè avrebbero permesso di ricostruire la movimentazione del denaro sul conto corrente della cinquantenne, aperto – secondo la ricostruzione fornita dalla difesa – per il versamento del primo stipendio legato alla nuova occupazione, salvo poi essere chiuso poco dopo, quando lo stipendio venne accreditato sul conto di un altro istituto di credito tradizionale.
Secondo il consulente forense, l’email della donna – che peraltro nelle memorie ha presentato anche gli statini lavorativi per dimostrare che nelle ore in cui avvennero le videochat, si trovava al lavoro – sarebbe stata violata, con la sottrazione di dati sensibili che avrebbero permesso a ignoti di utilizzare il conto corrente online per farvi transitare i soldi. L’epilogo giudiziario è atteso per il 24 giugno, quando si terrà la discussione e il pronunciamento del gup.
Matteo Marcello