La Spezia, 19 dicembre 2024 – Sei imprenditori interdetti per un anno dall’esercizio di attività professionali e imprenditoriali, un ulteriore sequestro preventivo da 1.036.091,53 a carico di tredici persone e quindici società. È l’esito della seconda fase della maxi inchiesta su false fatturazioni e truffa ai danni dello Stato portata avanti dalla Procura della Spezia e dal comando provinciale della Guardia di finanza. Nei giorni scorsi, la notifica del secondo provvedimento del gip Diana Brusacà all’esito degli interrogatori che hanno visto sfilare in tribunale i ventidue indagati dell’indagine deflagrata lo scorso ottobre nelle ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico degli imprenditori Yuri Fergemberger, 41enne residente a Rapallo, e Paolo Spadoni, 54enne spezzino (oggi ai domiciliari) considerati i principali promotori dell’associazione a delinquere ramificata tra Liguria, Toscana ed Emilia Romagna capace di dare vita a un giro di false fatture per quasi 18 milioni di euro tra il 2022 e il 2024, utilizzando numerose società cartiere con l’obiettivo di consentire l’evasione dell’Iva e del reddito. Il nuovo provvedimento riguardano sei imprenditori, indagati a piede libero: si tratta di Gianfranco Addamiano residente a Reggio Emilia, Tommaso Colonna residente a Fiorano Modenese, gli spezzini Massimiliano Luppi e Alessandro Barbolini, i cinesi (residenti a Prato) Yewei Deng e Wu Zhang. Complessivamente, sono quindici le società coinvolte e ventiquattro gli indagati finiti nella rete dell’indagine condotta dal procuratore capo Antonio Patrono: tra questi gli spezzini Dino Mencarelli e Luciano Mainoldi, i liguri Luca Fergemberger, Michele Polieri, Rinaldo Dubois ed Edoardo Boldrini (nato a Empoli), gli emiliani Maurizio Scala e Luca Covezzi, i lombardi Silvano Ferrari, Denis Adamo, Franco Eugenio Spagarino, Andra Sauda residente in Trentino, il marocchino Nawal Moughia, il romeno Mihai Dorin Diaconescu, e i cinesi Shengyan Deng e Qiuzhao Deng. Secondo il Nucleo di polizia economico finanziaria delle fiamme gialle spezzine, diretto dal maggiore Andrea De Gennaro, la rete di imprenditori avrebbe messo in atto una serie di reati finanziari – emissione di fatture per operazioni inesistenti e omessa dichiarazione – attraverso diverse società fittizie, intestate a fidati prestanome. Nel mirino anche una truffa ai danni dello Stato da 350mila euro ipotizzata a carico di Yuri Fergemberger, Spadoni, Addamiano, Colonna e Barbolini. Il sequestro preventivo per equivalente di denaro e beni complessivo – disposto nell’ambito del primo provvedimento dello scorso ottobre e quello firmato dal gip pochi giorni fa, supera i 2,2 milioni di euro.
CronacaFalse fatture per 18 milioni di euro, sei imprenditori ‘fermati’ dal gip