Mille visitatori per il faro del Tino. Alla scoperta dei segreti dell’isola: “Una gemma preziosa da custodire”

Grande successo per l’apertura straordinaria dell’area in occasione delle celebrazioni di San Venerio. A fare da guida nella ’due giorni’ il personale della Marina Militare e i volontari del Cai di Spezia

Un gruppo dei mille partecipanti alle due giorni di visite all’Isola del Tino, organizzata in sinergia fra Cai di Spezia e Marina Militare

Un gruppo dei mille partecipanti alle due giorni di visite all’Isola del Tino, organizzata in sinergia fra Cai di Spezia e Marina Militare

La Spezia, 19 settembre 2024 – Sold out da oltre una settimana, 1000 visitatori e tanto entusiasmo, nonostante le minacce di un tempo incerto, soprattutto nei giorni che hanno preceduto l’apertura straordinaria in occasione delle celebrazioni per San Venerio, patrono del golfo e dei fanalisti. Il Tino ha fatto il pieno anche nello scorso week end: divisi su 4 turni fra sabato e domenica, i visitatori hanno scoperto o ritrovato le bellezze di questo scrigno selvaggio dell’arcipelago spezzino Patrimonio dell’Umanità, guidati dal personale della Marina (come noto, l’isola è zona militare e quindi inaccessibile per il resto dell’anno, salvo rare eccezioni) e dai volontari del Cai della Spezia, coordinati dal presidente Alessandro Bacchioni.

La carica dei 250 (per ogni tornata, sono arrivati in circa 210 dalla Spezia e in 40 da Porto Venere, sui battelli del consorzio marittimo Cinque Terre Golfo dei Poeti) è stata suddivisa in tre gruppi, che hanno osservato le regole riservate ai visitatori: obbligo di essere accompagnati, divieto di fumare e di balneazione. Così, il Tyrus Maior - questo il suo nome nel medioevo - ha mostrato la zona archeologica, il cenotafio, quel che resta delle architetture militari, dalla batteria Ronca alla ‘galleria di luce’ costruita insieme alle due piattaforme a sbalzo per utilizzare i proiettori di luce spostati sui binari utilizzati per individuare gli aerei nemici durante la Seconda Guerra Mondiale. In entrambe le giornate, è stata celebrata la messa sull’isola. Superstar, come da tradizione, il faro intitolato a San Venerio: le comitive sono salite fino alla vetta della luce del golfo, una delle tre più importanti dell’alto Tirreno con la lanterne di Genova e di Livorno.

Preziose le spiegazioni del personale Marifari, che ha illustrato storia e funzionamento di questa meraviglia. “Il nostro è un impegno che dura da oltre 30 anni – ha commentato Bacchioni – abbiamo fatto dei sopralluoghi per verificare che tutto fosse a posto e oltre a gestire i gruppi, ci occupiamo con continuità della manutenzione dell’isola. Ringrazio il personale della Marina Militare per la sua competenza e la gentilezza, il consorzio marittimo e i 30 volontari del Cai che si sono alternati nei due giorni. Serve un grande sforzo per conservare quest’isola, che dobbiamo custodire come una gemma preziosa e a rendere fruibile preservandone la natura: sentiamo un forte attaccamento nei suoi confronti”.

Chiara Tenca