di Anna Pucci
Sono bastate 48 ore di indagini ai carabinieri per identificare e fermare il presunto assassino di Nevila Pjetri, la trentacinquenne massacrata di botte e uccisa a colpi di pistola nella tarda serata di sabato, il cui corpo è stato ritrovato, poco dopo il delitto, sull’argine del torrente Parmignola alle 2 di domenica mattina. La donna, di origini albanesi ma da molti anni in Italia, era da tempo dedita alla prostituzione anche se da un anno si era sposata e abitava col marito, Leonard Marku, a Massa. Il sospettato è un giovane di Carrara: Daniele Bedini, 32 anni, artigiano, con precedenti per reati contro il patrimonio, rapina e stupefacenti. Il giovane, prelevato ieri mattina poco dopo le 8 dalla sua abitazione a Carrara – dove c’è anche la falegnameria di famiglia in cui risulta impiegato – è stato a lungo ascoltato nella caserma dei carabinieri di Sarzana. Nel tardo pomeriggio è stato formalizzato il fermo, alla presenza dell’avvocato di fiducia Rinaldo Reboa, ed è stato trasferito in carcere a Spezia, in attesa dell’interrogatorio di garanzia.
Coordinati dal pubblico ministero Monica Burani, i militari del nucleo investigativo provinciale, guidati dai vertici Matteo Gabelloni e Andrea Fabi, e quelli della compagnia di Sarzana, guidati dal capitano Luca Panfilo, sono arrivati a Daniele Bedini attraverso accertamenti e riscontri indipendenti dalla scoperta di un secondo omicidio: quello di Carlo Bertolotti, parrucchiere di 43 anni originario di Ceparana da un anno residente ad Albiano Magra, il cui corpo (come riferiamo in altro articolo) è stato trovato dalla polizia di Sarzana ieri mattina alle 7.30 nella zona di fossi e canneti di via Bradiola a Sarzana.
I due delitti presentano molte assonanze ma ieri Daniele Bedini è stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto per il solo omicidio di Nevila Pjetri. Come ha appurato l’autopsia eseguita ieri, la donna è stata picchiata e poi uccisa con due colpi di pistola calibro 22. L’autopsia sul parrucchiere sarà eseguita oggi, ma l’ipotesi è che anche lui sia stato massacrato e poi ucciso con un’arma di piccolo calibro. Carabinieri e Polizia stanno verificando eventuali punti di contatto dei due omicidi.
Secondo quanto dichiarato dall’avvocato difensore, Bedini si dice estraneo ai fatti: "L’unico elemento che ha portato gli inquirenti a fermare il mio assistito è la denuncia del furto della pistola di proprietà del padre, formalizzata qualche giorno prima degli omicidi – ha detto Reboa –. Il padre aveva denunciato il furto dell’arma regolarmente detenuta, che non è stata ancora ritrovata e che al momento è soltanto compatibile con i proiettili trovati accanto ai cadaveri. E poiché il mio assistito è un pregiudicato, hanno chiuso il cerchio attorno a lui. Mi verrebbe da dire che poiché gli uomini fumano e l’Etna fuma, allora l’Etna è un uomo".
Ma i carabinieri ritengono di avere in mano gravi indizi raccolti grazie alla tempestività con cui è stato ritrovato il cadavere di Nevila (a seguito di una segnalazione da parte di extracomunitari che si trovavano nella zona del Parmignola) e grazie alle testimonianze di altre prostititute. E riscontrati con l’acquisizione di video di telecamere di sorveglianza stradale e private e dei tabulati dei due telefoni cellulari della donna.
Come noto, secondo la ricostruzione che a oggi la cronaca può fare, Nevila Pjetri era uscita da casa, a Massa, sabato alle 20 per raggiungere la zona del distributore Ip sulla litoranea di Marinella di Sarzana, luogo dove abitualmente lei e alcune connazionali si prostituivano. La sua Mercedes Classe A è stata poi ritrovata in questa zona. Le amiche l’hanno vista salire su un automezzo bianco con un cliente (e Bedini ha un furgone con cassone bianco, posto sotto sequestro). Poche ore dopo i carabinieri, allertati da chi ha notato il killer sbarazzarsi del corpo, hanno ritrovato Nevila senza vita a un paio di chilometri di distanza da dove era stata vista l’ultima volta dalle colleghe, sul declivio interno del terrapieno percorribile in auto che argina il torrente Parmignola lungo via Papa Giovanni XXII (prolungamento di via Marinella), una cinquantina di metri a valle del viadotto dell’A12, a confine tra i comuni di Sarzana, Luni e Carrara. Il corpo della donna era seminudo, pieno di lividi e sangue. I vestiti mancanti, la borsa e i due cellulari non sono stati ritrovati. Al momento non risulta che Pjetri e Bedini si conoscessero.