REDAZIONE LA SPEZIA

‘Finiremo sott'acqua’. L’incuria del Colombaro fa paura

I canali di Rebocco invasi dall’erbaccia

Il Colombaro: manca manutenzione

La Spezia, 14 settembre 2016  - IL DEGRADO regna sovrano a Rebocco. Un quartiere altamente abitato, balzato alla cronaca anni fa quando la chiesa parrocchiale prese fuoco per un corto circuito. Oggi è ricostruita e con uno stile architettonico piuttosto originale; fiancheggia la parte ‘scoperta’ del canale Colombaro, dove all’interno l’erba è alta e più volte segnalata dai residenti. Erba che non sembra far defluire regolarmente l’acqua e cheporta paura soprattutto nelle giornate di intensa pioggia. «Il canale di via Profiano, che parte dal Parodi, deve rimanere pulito. Occorre una manutenzione continua per prevenire alluvioni. Quando piove il livello dell’acqua si alza notevolmente e questo rialzamento rappresenta davvero un problema» non ha esitato a commentare Ulderico Carra, che ieri mattina abbiamo incontrato nella tappa a Rebocco del nostro tour ‘La Nazione in mezzo a voi’. La manutenzione della zona è al centro di polemiche dei residenti, che temono pesanti ripercussioni per la carenza di pulizia non solo dei canali ma anche delle tombini. «A Gaggiola – ha spiegato Mario Tonella – ci sono tre metri di tombino intasato. Possibile mai che nessuno se ne accorga? Le condotte fognarie sono vecchie, prima o poi ci troveremo allagati perché la manutenzione è diventata un vero miraggio».

IL TIMORE di trovarsi l’acqua in casa è una delle tante problematiche di chi vive il quartiere. Gente per lo più anziana che ha vissuto la trasformazione della zona e che oggi, a malincuore, ricorda i tempi passati: «Una volta – spiega Giovanni Mondini, veterano del Cai che insieme a Franco Palmieri e Mauro Gori l’anno scorsi si è cimentato nel riportare agli antichi splendori la scalinata del Maggiano, dalla quale parte il sentiero che conduce al Parodi – qui c’erano due grandi partiti politici, c’era il parroco Don Oscar, c’era il presidente del circolo Beverini che si interessavano del decoro, così come il centro sociale con il suo responsabile Bruno Montefiore. Il quartiere viveva e noi residenti ci sentivamo sicuri. Molti giovani frequentavano la zona, come Dario Vergassola. Guardate ora, guardate che degrado. Guardate che erba alta dentro il corso d’acqua. È un peccato vedere l’incuria che ci circonda». Il canale è all’attenzione anche di Claudio Mussi, che abita in via Montebianco, preoccupato inoltre della maleducazione dei cittadini che abbandonano i sacchetti della spazzatura nei bidoni condominiali. E di Rolando Bianchi, secondo il quale «oltre il canale anche le strade devono essere messe in sicurezza». In particolare via Monfalcone, che nei pressi della chiesa presenta un tornante dal quale sfrecciano a tutta velocità le auto dirette alla Chiappa, proprio nei pressi di quell’erba alta nel canale che non offre sicurezza ai cittadini della zona. Lo abbiamo appurato con i nostri occhi. Le siepi che delimitano la carreggiata sono alte, non offrono visibilità a chi si immette sulla strada. E certi cartelli giacciono, chissà da quanto tempo, per terra. Sradicati. Laura Provitina