
Giorgio Pagano copresidente del comitato unitario della Resistenza
Le canzoni stonate spesso sono accompagnate da parole inventate o comunque improvvisate. Decisamente più difficile trovare un coro ufficiale cantare una versione diversa di un inno storico. A qualcuno è sembrato di ascoltare qualcosa di strano, altri hanno pensato di aver compreso male. Ma a una più attenta disamina è emerso un testo diverso dall’originale. “Fischia il vento“ e infuria... la polemica dopo l’esibizione del coro Città della Spezia curato dall’associazione Endecalineo nel corso della celebrazione sulla ricorrenza del 25 Aprile promossa dalla sezione Anpi in piazza Brin. La canzone partigiana proposta dal coro diretto da Antonella Romano è stata proposta in una versione riveduta: i “fascisti“ sono diventati “nemici“ la “rossa primavera“ si è trasformata in una stagione genericamente “bella“ e la “rossa mia bandiera“ ha optato per una versione del vessillo “italica“. La nuova versione ha sollevato un polverone anche se, a quanto pare, non sarebbe un fatto insolito ma un modello già presentato in pubblico in passato senza mai scuotere movimenti di protesta oppure lamentele. "Ci sono canzoni – ricorda Giorgio Pagano copresidente del comitato unitario della Resistenza – modificate dagli stessi partigiani nel dopoguerra. Ma mai avrebbero tolto il riferimento al fascismo. In questo caso si tratta di una correzione in chiave attuale da parte di chi non vuole riconoscersi antifascista". Critiche alla modifica sono state sollevate anche da Jacopo Ricciardi della segreteria di Rifondazione "un fatto molto preoccupante" e Sergio Olivieri "una manipolazione, si può anche decidere di non presentare un brano ma modificarlo porta a inevitabili conseguenze".
Massimo Merluzzi