Un’anziana signora cerca di camminare, aiutata da un deambulatore, sul marciapiede della via principale del suo quartiere, ma è un percorso ad ostacoli fra escrementi di cane, calcinacci e detriti di un fondo semiabbandonato. Potrebbe essere questa la fotografia simbolo del presente di Fossitermi: moria degli esercizi commerciali, maleducazione imperante, degrado. Tutto nonostante sia a pochi passi dal centro e dalla stazione centrale, nonostante sia abitato e abbia un forte tessuto sociale, nonostante sia frequentato dai turisti che spesso lo scelgono per le case vacanza in posizione strategica, nonostante la presenza del Dialma Ruggiero e del Dopolavoro Ferroviario, centri di cultura, spettacolo, sport e aggregazione. C’era una volta un quartiere servito, curato, pieno di servizi.
"Era decente, ora è diventato disagiato" spiegano gli abitanti – Elisabetta Del Corso, Cinzia Spadaccino, Enrica Ciuffardi, Lorenzo Mazzocchetti – a cui si aggiunge Marina Scolari, titolare di una struttura ricettiva in zona ed ex residente, che si sono ritrovati per segnalare alla nostra redazione i problemi di questa ex oasi, che vanno oltre la cronica mancanza di parcheggi. Questione annosa questa, penalizzata ulteriormente dalle auto dei turisti spesso ferme per giorni e da chi usa Fossitermi come base per raggiungere la stazione. E si potrebbe partire proprio da via Monteverdi, dove è stata scattata la fotografia all’anziana signora. "Oggi sembra di stare in una discarica – spiegano - : prima era un concentrato di negozi e servizi: cartoleria, profumeria, lavanderia, pasta fresca, fioraio, banca, la storica pasticceria Bezzi, l’elettrauto, il circolo Arci. Non c’è più niente di tutto questo e oltre al disagio per la perdita degli esercizi c’è il problema delle condizioni in cui questi fondi vengono tenuti. Sono diventate delle vere e proprie discariche e il proprietario non fa niente garantire decoro e igiene, né tantomeno per metterli in sicurezza, nonostante richiami e segnalazioni. In uno sono andati a dormire dei clochard. E il problema riguarda anche la manutenzione delle parti alte: dai mosaici sopra il supermercato e il lato opposto – accusano – si sono staccate diverse tessere che hanno messo a rischio i passanti". Affitti troppo alti e mancato turnover, senza trovare imprenditori disposti a rilevare le attività, la combinazione micidiale che sta portando alla desertificazione, denunciano.
Se lato piazzale Boito le cose vanno meglio, in via Monteverdi chi resiste, però: il tabaccaio, la palestra, il panificio, il bar, il negozio di specialità campane che recentemente si è allargato, e il caffè solidale del Dialma Ruggiero e le Poste, ma la sensazione è quella dell’abbandono, aggravata dalla maleducazione: escrementi ovunque, perfino di fronte ai bidoni della spazzatura, rifiuti e menefreghismo. "Ci sono bivacchi al campetto, con episodi di spaccio, le aiuole sono inguardabili, delle piccole discariche, quando potrebbero diventare fiori all’occhiello, tutto è sporco, spesso non riusciamo a passare neanche sui marciapiedi e il porta a porta in alcune vie non aiuta. Perché dobbiamo vivere in questo abbandono? Perché non siamo degni di maggiori cure come nel centro della città?".
Chiara Tenca