Fratellanza marittima. Episodi di eroismo nel golfo spezzino

A Lerici gli istruttori della Erix in aiuto dei diportisti .

Fratellanza marittima. Episodi  di eroismo nel golfo spezzino

I fratelli Beppe e Ciro. Di Cristo assieme Rino Liparulo, hanno preparato circa 150 pasti che sono stati offerti ai bagnanti infreddoliti

Chi era in spiaggia, quasi non ha avuto il tempo di allontanarsi, finendo con l’essere travolto dalla buriana di vento e sabbia. A chi si trovava in mare è andata anche peggio, finendo in pochi secondi in balia di Eolo e di onde che hanno superato anche i tre metri. La buona sorte – ma soprattutto, l’intervento tempestivo della Capitaneria e di esperti marinai che non hanno esitato ad aiutare i diportisti in difficoltà – hanno permesso di chiudere senza gravi episodi un Ferragosto rovinato dal maltempo. Il downburst, fenomeno meteorologico durante il quale intense raffiche di vento discendenti all’interno del temporale, raggiungendo il suolo si espandono con raffiche anche superiori ai 150 chilometri orari, ha sorpreso tutti. Un fuggi fuggi generale dalle spiagge del litorale di Marinella e della riviera: le fortissime raffiche di vento hanno sorpreso decine di bagnanti che speravano di poter passare un Ferragosto al mare e che invece sono stati costretti ad allontanarsi e a trovare riparo altrove. A Marinella si sono registrati danni alle strutture degli stabilimenti balneari, con ombrelloni sradicati dall’arenile che sono finiti oltre la strada provinciale. Problemi anche per numerosi diportisti che sono stati sorpresi dal repentino peggioramento meteo mentre navigavano al largo. Al di fuori delle bocche di Portovenere, la tormenta ha sorpreso due canoisti che sono stati recuperati da alcune barche in transito. Hanno raccontato di aver dovuto abbandonare i loro kayak e le sacche impermeabili che contenevano i loro effetti personali per sottrarsi alla tormenta, e hanno poi lanciato un appello social per cercare di recuperarla. Una situazione difficile, quella al di fuori della diga, che ha portato a numerosi gesti di eroismo e solidarietà marinara. Come quello di Paolo Faggioni, barcaiolo di Manarola che, uscito in mare per mettere in sicurezza le proprie imbarcazioni, non ha esitato ad aiutare una famiglia in difficoltà, per poi raccontare la vicenda sui social. "Giusto il tempo di salire su un gozzetto e raggiungere le varie barche e si è scatenato l’inferno. Mi giro a sinistra e vedo in una nuvola d’acqua una famiglia a bordo di un Sup. Inizio a sbracciare, i genitori mi vedono e cercano di avvicinarsi ma c’è vento". Un’intera famiglia, con due bambini di 5 e 2 anni, viene portata in salvo non senza difficoltà dall’uomo, che sottolinea non senza un pizzico di arrabbiatura che "i principali siti non preannunciavano nulla di simile in questa zona", e che "tutto ciò sarebbe stato impossibile con un motorino elettrico", chiaro riferimento all’evoluzione green imposta dal Parco a chi vuole lavorare con le imbarcazioni nell’Area marina protetta. Solidarietà che non è mancata neppure a Lerici, dove un gruppo di istruttori della scuola di vela Erix non solo è riuscito a riportare a riva incolume gli allievi con i quali si trovavano in mare, ma non hanno esitato neppure un istante – dopo aver messo al sicuro i ragazzi – a uscire nuovamente in mare aperto per aiutare quei diportisti sorpresi dalla buriana, che non riuscivano a ritornare nei porticcioli. A testimoniare quanto accaduto sui social è Davide Sampiero. "Oggi eravate tutti fuori con la scuola vela e avete visto che arrivava un brutto fronte, avete portato a terra i vostri allievi e li avete messi al sicuro dopodiché in automatico abbiamo preso i gommoni e siamo usciti. Nella bolgia di barche, gommoni e canoe che rientravano cercando rifugio noi andavamo contromano, alla ricerca, sicuri che nella miriade di utenti del mare qualcuno avesse bisogno d’aiuto. Avevamo purtroppo ragione, abbiamo salvato due canoisti in grossa crisi ed abbiamo dato assistenza a diversi natanti con equipaggi in preda al panico oltre ad aver collaborato alla ricerca di alcuni canoisti che non erano rientrati".

Matteo Marcello