La Spezia, 31 gennaio 2025 – Verrà ascoltato questa mattina in carcere Nedad Sulemanovic il trentenne di origine bosniaca arrestato dai carabinieri con l’accusa di omicidio stradale, omissione di soccorso e fuga. Un quadro pesantissimo quello tracciato dagli inquirenti per l’uomo coinvolto nell’incidente stradale che l’altra notte è costato la vita a Giovanni Benassi.
Stamani il gip Marinella Acerbi e il pubblico ministero Maria Pia Simonetti incontreranno l’arrestato in carcere a Villa Andreino per la convalida dell’arresto. Saranno presenti gli avvocati Luigi Fornaciari Chittoni e Cesare Bruzzi Alieti che hanno già incontrato il trentenne arrestato dai carabinieri qualche ora dopo l’incidente avvenuto all’incrocio tra viale Itale e viale San Bartolomeo. Uno schianto terribile tra la vettura condotta da Sulemanovic e quella sulla quale viaggiava Giovanni Benassi accompagnato dal figlio alla guida, moglie e nuora.
La famiglia residente in città era appena uscita dal Pronto Soccorso dell’ospedale San Bartolomeo dove si era presentato il settantenne spezzino per sottoporsi a alcuni accertamenti. Dopo le 2 di notte, ricevuto l’esito negativo, era stato dimesso e stava rientrando a casa ma all’incrocio dopo via San Cipriano si è verificato il terribile impatto ripreso dalle telecamere dell’impianto di videosorveglianza del Comune. Le immagini sono state già visionate dai carabinieri intervenuti sul posto insieme ai mezzi di soccorso.
Sono stati proprio i militari del comando provinciale a rintracciare, intorno alle 5, il conducente della vettura coinvolta nell’incidente che nei momenti successivi all’impatto si era allontanato. Dopo averlo condotto in caserma è stato arrestato con l’accusa di omicidio stradale, omissione di soccorso e fuga. Il pubblico ministero Maria Pia Simonetti ha disposto l’autopsia che verrà eseguita giovedì prossimo da Susanna Gamba anatomopatologa dell’Università di Pisa. I famigliari coinvolti nel terribile impatto sono stati poi visitati all’ospedale Sant’Andrea e hanno riportato contusioni e un forte stato di choc.
Massimo Merluzzi