La Spezia, 25 agosto 2022 - Il fenomeno è sotto gli occhi di tutti. Legambiente si fa voce critica e propulsiva di iniziative di contrasto. "Da settimane e con maggior frequenza negli ultimi giorni, si susseguono gli episodi di emissioni di fumi da parte delle navi da crociera ormeggiate nelle banchine spezzine. Stessa cosa fanno quelle in rada. È una situazione ormai insostenibile, che si associa alle criticità ambientali dello scalo commerciale, con emissioni anche qui di fumi e di rumore". Così l’affondo dell’associazione ambientalita guidata da Stefano Sarti sulla via di altre iniziative, fra cui quello di un esposto alla Procura: alla stesura, con ancoraggio a fotografie e ai dati rilevati dalle centraline dell’Arpal, ci sta pensando l’avvocato Valentina Antonini, su delega dell’associazione.
Questa, intanto, si fa interprete di un malessere diffuso e rilancia.
«Legambiente ritiene che tutte le istituzioni competenti debbano al più presto intervenire per togliere la cittadinanza spezzina, in particolare coloro che abitano davanti alle attività portuali e crocieristiche, da questo stato delle cose, pena un grave comportamento omissivo. In particolare chiediamo una presa di posizione ed un intervento forte da parte del Sindaco della Spezia, nella sua qualità di massima autorità sanitaria".
I dati del biossido di azoto parlano chiaro, soprattutto quelli riguardanti le centraline fisse e mobili di via San Cipriano, la più esposta alle problematiche delle navi da crociera. Ma il bilancio, in connessione ai limiti stabiliti dalle norme (40 milligrammi a metrocubo come media annuale, 200 di picco non più di 18 volte all’anno) potrà essere fatto solo a fine 2022; in caso di sforamento delle soglie annuali, si potrebbero aprire i procedimenti di infrazione dell’Unione europea. Resta il fatto che i controlli sul carburante, in capo alla Capitaneria, non hanno evidenziato situazioni fuorilegge.
Secondo Legambiente occorre andare oltre l’approccio statistico e i check così come stabiliti dalle attuali procedure.
«Chiediamo controlli serrati sulle emissioni e una valutazione dei dati che non si basi su meccanismi puramente aritmetici (le medie mensili ed annuali) ma che punti ad applicare le migliori performances ambientali in materia di inquinamento dell’aria, come suggerito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che detta valori di standard che sono, in molti casi, addirittura la metà di quelli previsti dalle norme dei singoli stati. Su questo ci aspettiamo un dibattito aperto, una mobilitazione di tutta la città. Esiste già una rete di associazioni e comitati, di cui Legambiente fa parte, che sta studiando e monitorando il tema e che non mancherà di mettere in campo iniziative rivolte a tutta la città".