REDAZIONE LA SPEZIA

Fumogeni in campo, indaga la Digos. Oggi il verdetto del giudice sportivo

Giovedì una riunione del Comitato. Sotto esame anche le misure da adottare per la trasferta a Mantova. La società si attende una multa salata ma non la squalifica del Picco. Il problema del prefiltraggio

Fumogeni in campo durante la partita

Fumogeni in campo durante la partita

La Spezia, 1 aprile 2025 – Indignata. Non c’è un’altra parola per esprimere lo stato d’animo della stragrande maggioranza dei tifosi aquilotti, rimasti profondamente amareggiati per quanto successo venerdì scorso, fuori e dentro il Picco, in occasione del match casalingo contro il Brescia. I fatti sono noti: un gruppo di circa 200 supporter ha attraversato le vie del centro lanciando petardi e fumogeni in mezzo ai passanti; il corteo ha quindi raggiunto lo stadio, a partita già iniziata, e ha fatto il proprio ingresso in curva con otto minuti di ritardo, tanti quanti gli anni di Daspo recentemente applicati, con tanto di obbligo di firma, a un capo ultras protagonista di precedenti intemperanze; e dagli spalti del Picco sono piombati in campo altri fumogeni, costringendo l’arbitro Ermanno Feliciani a sospendere per due minuti il match ed esponendo la società al concreto rischio di finire nel mirino della giustizia sportiva. Su questo specifico aspetto il verdetto è atteso in giornata e potrebbe essere pesantissimo. Quel che è certo è che chi ha commesso illeciti sarà severamente punito: il prefetto Andrea Cantadori e il questore Sebastiano Salvo non hanno lasciato margini di incertezza a tal proposito.

Gli investigatori della Digos in queste ore sono al lavoro per scandagliare l’enorme quantità di immagini processate dai circuiti di videsorveglianza interni ed esterni al Picco che documentano l’accaduto: chi si è reso protagonista di episodi illeciti rischia, a fronte delle necessarie procedure di identificazione, una denuncia alla Procura della Repubblica – le ipotesi di reato spaziano dal lancio di oggetti pericolosi all’accensione di materiale esplodente – e, in sede amminastrativa, un provvedimento di Daspo. Né è escluso che possano esserci conseguenze a più ampio raggio. Anche se l’intenzione, condivisa da tutti gli agenti di pubblica sicurezza, è evitare misure generalizzate ai danni dell’intera tifoseria: fortunatamente, infatti, il grosso dei supporter aquilotti, anche dei più sfegatati, non va in giro a lanciare petardi e fumogeni.

I fatti di venerdì scorso saranno comunque al centro di una riunione del Comitato di ordine e sicurezza pubblica in programma per la giornata di giovedì. In quella sede si parlerà delle misure da approntare in occasione della sfida di domenica prossima contro la Samp, ma anche della trasferta a Mantova del 13 aprile: gara quest’ultima, classificata a rischio 3 – in una scala da 1 a 3 – e per la quale non è escluso che scatti, come già accaduto in precedenza, la misura del divieto di accesso allo stadio per i non tesserati.

Oggi invece si sapranno le decisioni del giudice sportivo riguardo quanto accaduto nei primi minuti del match, sulla base del referto dell’arbitro e del delegato della Lega Calcio. In casa Spezia Calcio ci si attende una multa molto salata per il lancio di fumogeni e l’interruzione del match, nessun rischio invece di vedersi squalificare il campo. Ma quanto accaduto contro il Brescia rappresenterà comunque un precedente che peserà nelle eventuali, future, decisioni della giustizia sportiva. Anche se la speranza di tutti è che da qui a fine stagione il Picco non finisca più sotto i riflettori per episodi simili. Infine, una domanda che in tanti si sono fatti venerdì sera: come è possibile che negli stadi (non solo il Picco) entri materiale pirotecnico di quel tipo, quando invece si vietano le bottigliette di plastica? Il problema sta a quanto pare nella difficoltà di effettuare un prefiltraggio capillare su una massa di tanti tifosi. Così nei controlli pre-gara qualcosa può fisiologicamente sfuggire, a Spezia come altrove.

Roberta Della Maggesa

Claudio Masseglia