
L’allenatore Luca D’Angelo a bordo campo
Sembra ormai un tiro al bersaglio. Eppure son 55 i punti in classifica. Eppure la terza posizione è abbastanza blindata e il gioco, ma pure le occasioni da gol, non mancano mai. Lo Spezia di Luca D’Angelo, dopo il pareggio (o meglio, la mancata vittoria) di Cesena è sotto il fuoco incrociato di tante critiche. Costruttive? Qualcuna. Per la maggior parte no. E mentre il Pisa vince, come previsto, la sua casalinga di ieri contro il Mantova e porta a +5 il vantaggio (non è detto che siano irraggiungibili) sugli spezzini, la lente della piazza si sofferma (un po’ troppo) su Chichizola e Lapadula. Due degli arrivi di gennaio che, fra prestazioni e score stanno forse deludendo. A Cesena il primo è stato salvato dal Var (tra le grandi proteste romagnole, anche nel dopo partita e pure di ieri, visto che il club sarebbe in procinto di inviare una lettera alla Lega per manifestare il proprio disappunto verso le ultime direzioni arbitrali) dopo una presa maldestra che aveva poi favorito il vantaggio di casa (annullato), mentre il secondo ha fallito il penalty (ma non è stato perfetto nemmeno sull’azione che ha portato al calcio di rigore) fondamentale. Insomma, i due terminali, chi dovrebbe parare e chi dovrebbe segnare. A Chichizola (o meglio, in questo caso a D’Angelo) non si perdona l’aver tolto dalla porta, in un lungo periodo di grande forma (toccato solo da una piccola defaillance) il bravo Gori. Certo, l’argentino – tornato allo Spezia con grande fiducia – non ha certo brillato con interventi miracolosi, anzi. Giusto il compitino e qualche passaggio coi piedi che, magari, Gori frequentandolo in questi mesi, ha pure imparato. Sarebbe ora il momento di riproporlo? Allo staff tecnico che segue i giocatori durante gli allenamenti, la scelta (non opinabile): loro valutano le condizioni psicofisiche meglio di chiunque altro. Nessun allenatore fa il male di se stesso, questo è certo, quindi i tifosi devono stare tranquilli. Evidentemente, con buona pace di tutti, Chichizola, al tecnico, dà maggiori garanzie di Gori. Delle voci (subdole), del perché e del per come, se sia ‘colpa’ di procuratori, proprietà, prestiti e altro, non ci interessa. Diverso, invece, è il discorso di Lapadula, che, con Soleri out, va allargato a tutto il reparto : Falcinelli, Di Serio e Colak, sono quasi sempre ‘non pervenuti’ e non solo nel risultato. Dunque, se Lapadula si rende comunque pericoloso o è spesso tra i protagonisti insieme a Pio Esposito, ben venga. Il vero problema? La spasmodica esigenza di un regista, all’anagrafe Salvatore Esposito, che a Cesena è mancato, ma che col Brescia sarà nuovamente in campo.