La Spezia, 31 gennaio 2023 - Dopo l’acquisizione dei report satellitari e delle registrazioni degli Sos captati e dei contatti tra la plancia della Geo Barents e le centrali operative deputate ai soccorsi in mare, la raccolta delle testimonianze sulle rotte battute dalla nave tra richiami contrapposti, a fronte dell’assenza di altre unità in sito nelle condizioni di effettuare salvataggi in sito. Così procede l’inchiesta della Polizia di Frontiera (col supporto tecnico della Guardia Costiera) sull’operato della nave di Medici senza frontiere per capire cosa è successo dopo il primo recupero di 69 migranti alla deriva su un gommone il 24 gennaio, a 25 miglia dalla costa libica, e il successivo ordine del governo italiano a raggiungere il "porto sicuro" della Spezia, consapevolmente violato. In gioco c’è il fermo amministrativo della nave per due mesi e la sanzione (da 10mila a 50mila euro) al comandante della stessa.
Una cosa è certa, certificata dai rilievi satellitari, ancor prima delle narrazioni: la Geo Barents invece che puntare la prua sulla Spezia facendo rotta per 350 gradi ha deviato prima verso nord est e poi, dopo 27 miglia ed aver effettuato il secondo recupero,verso sud est, navigando per altre 28,5 miglia, fino ad effettuare il terzo recupero. Il risultato è stato la salvezza di altri 168 disperati (a bordo didue gommoni alla deriva) per un totale di 237 migranti strappati alle insidie del mare. "Accertato che in zona non c’erano altre unità che potevano raggiungere i tratti di mare sui quali stanziavano i gommoni a rischio naufragio, abbiamo informato l’autorità libica, con competenza a coordinare i soccorsi in quell’area, della nostra disponibilità ad effettuare i recuperi; non avendo avuto risposta da questa e dalla stessa autorità italiana abbiamo deciso di procedere in applicazione delle norme internazionali sui soccorsi in mare" così ieri, sommariamente, sulla scia delle pregresse rivelazioni, lo zoccolo duro delle rappresentazioni del comandante della Geo Barents.
"Per noi l’obbligo di salvare vite umane prevale sulle norme del decreto Piantedosi" gli avrebbe fatto eco la coordinatrice (spagnola) della missione per la quale la ’capienza’ della nave dopo il primo soccorso meritava di essere sfruttata per corrispondere agli altri sos. E’ avvenuto in barba alle nuove norme varate dal governo Meloni per regolare i flussi dei migranti, allegerendo l’impatto sui porti del sud, seguendo la logica della distribuzione, allo stesso tempo, complicando la vita ai richiedenti asilo e agli equipaggi delle ong. Cosa succederà ora? Una volta completata la relazione, la Polizia di frontiera la trasmetterà al Questore che dovrà trarre le conclusioni. Spetta invece al Prefetto il vaglio dei ricorsi. Intanto l’equipaggio della Geo Barents, ormeggiata alla Artom, scalpita. La volontà è quella di continuare a salvare vite umane, come è accaduto in quello che già tra gente di mare viene denominato il "triangolo della solidarietà" i cui vertici sono quelli del recupero di 237 migranti.