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Ghiorzi vende il Drum Code Studio La storia della musica... in un mulino
Un nuovo annuncio nel sito di un noto network immobiliare: "Casalecascina in vendita in via Zeri, 7, Sesta Godano. 160 m2, 7 locali". Uno come tanti? No. Perché se ogni appartamento, garage, casa, villa ha una storia alle spalle, questo può vantarne una davvero speciale: è stato, infatti, uno studio in cui si sono alternati artisti di livello nazionale e internazionale, frutto della passione di Roberto Ghiorzi. Un mulino restaurato, rinominato "Drum Code Studio", nato 30 anni fa in versione ridotta ed esploso, fino a riuscire ad attirare vere e proprie star. Una lunga parabola, culminata con la chiusura l’anno scorso e la recentissima messa in vendita, dentro alla quale restano soddisfazioni, grandi nomi e ricordi.
"Sono già triste, si chiude un capitolo della mia vita – spiega Ghiorzi, che a questa grande avventura ha sempre affiancato l’attività come odontotecnico –; sono partito con un piccolo studio, poi ho fatto il grande salto". E cita meteore, uscite mai avvenute, ma soprattutto album pubblicati. "Ricordo che la Bertè se ne andò dopo pochi giorni senza realizzare nulla e un’esaltante disco, mai uscito, di cover anni Settanta: si chiamava Elephant Man e a realizzarlo furono Franz di Cioccio, Vittorio De Scalzi, Lucio Fabbri, Paolo Bonfanti e Reinhold Kohl al basso, conosciuto fotografo di De André. Per una settimana ho avuto queste persone che giravano sotto casa". Nella tranquillità della Val di Vara, dove facendo riferimento alle mura ottocentesche di questo mulino, gli artisti arrivavano anche in cerca di tranquillità ed evitavano occhi indiscreti, potendo contare allo stesso tempo su staff e attrezzatura professionali. Grazie alla collaborazione con il fonico genovese Marco Canepa, lo studio prese il volo. "Iniziarono ad arrivare ospiti internazionali, quali il batterista di Carlos Santana Rodney Holmes, il sassofonista dei Supertramp John Helliwell, o ancora il chitarrista dei Fleetwood Mac Jeremy Spencer. Ma anche nella musica italiana abbiamo fatto grandi cose: abbiamo mixato il disco live di Ivano Fossati "Dopo Tutto" e ancora masterizzazioni per Marlene Kuntz e Gaber".
Una vera e propria epopea, condita da aneddoti e racconti di persone che avevano collaborato con giganti della storia del pentagramma, da David Gilmour a De André, passando per BB King e ancora, hanno fatto capolino qui Jono Manson dei Gang, il trombettista Johannes Faber e il giornalista Rai Sergio Farinelli. Un patrimonio tecnico e umano di cui Ghiorzi è stato fautore e oggi resta testimone, grazie ad un amore nato da lontano. "Quando avevo pochi anni, imitavo la batteria battendo gli aghi da maglia sulle pentole, poi sono cresciuto e ogni soldo era investito in dischi. Non mi sono più fermato: da autodidatta ho iniziato a confrontarmi con amici e persone del mestiere per migliorarmi in studio, poi ho incrementato le mie conoscenze con la rivista statunitense "Mix", la più autorevole a livello mondiale. Mi ha fatto aprire gli occhi". E il suo spleen odierno ritrova ossigeno grazie ad un desiderio. "Ho messo in vendita il mulino, ma chi volesse rifare uno studio qui, troverebbe tutto pronto. Mi piange il cuore a cederlo, però spero nel prosieguo di questa avventura". D’altronde, i presupposti per riprendere quest’avventura ci sono, come lo stesso Manson gli disse. "Io non capisco gli italiani: venite a registrare in America, ma l’America l’avete già qui".
Chiara Tenca