CHIARA TENCA
Cronaca

’Gioca Jouer’ e il remix ’spezzino’: "Dopo 40 anni ancora attualissimo. Piace sempre perché è un gioco"

Per la prima volta Claudio Cecchetto ha autorizzato una nuova versione della canzone conosciuta da tutti "È un inno alla festa, l’inno italiano delle grandi manifestazione sportive e politiche. E poi è così facile" .

’Gioca Jouer’ e il remix ’spezzino’: "Dopo 40 anni ancora attualissimo. Piace sempre perché è un gioco"

Per la prima volta Claudio Cecchetto ha autorizzato una nuova versione della canzone conosciuta da tutti "È un inno alla festa, l’inno italiano delle grandi manifestazione sportive e politiche. E poi è così facile" .

"Guglielmo Marconi l’ha inventata, Cecchetto l’ha fatta". Nostro signore della radio, produttore, dj, antesignano, visionario, cacciatore straordinario di talenti e chissà cos’altro. Chiacchierando della passione di una vita, che ha contribuito a rendere unica e grande nel suo paese, cita questa frase che gli hanno cucito addosso. E sembra difficile dargli torto. Un filo lo lega alla Spezia: il dj Francesco Palla, che insieme al collega D@anny G ha realizzato il primo remix autorizzato del suo immortale ’Gioca Jouer’.

Ci sono voluti oltre 40 anni, una novità non da poco. Com’è andata?

"Ho a che fare con gruppo di dj, quelli della mia Dj’s Gang, a cui sono particolarmente affezionato e di cui Francesco fa parte. Esiste dal 1979 e l’ho ricomposta scegliendo alcuni fra i più bravi in Italia: non quelli che cambiano solo i dischi, ma che intervengono sul prodotto musicale, capendo le note. Il suo remix mi ha convinto. Ora si è diffusa la consuetudine di riaggiornare i brani con suoni nuovi, mantenendo la melodia originale. Insomma, gli si dà il vestito che meritano oggi. Non parlerei di recupero degli anni 80: se una canzone è bella, continua ad restarlo e un aggiornamento sonoro può farle gioco. Molti dj se ne occupano, soprattutto i miei, che hanno partecipato al contest per questo progetto".

Perché ha scelto proprio questa versione?

"È difficile spiegare a chi non si intende di musica, ma l’ho scelto perché hanno usato il terzinato, lo stesso del brano. L’ho pensato così e volevo che mantenesse questa caratteristica, mentre tutto ciò che mi proponevano cambiava il ritmo e quindi lo rifiutavo. Francesco e D@anny lo hanno mantenuto e dopo 40 anni ho autorizzato per la prima volta un remix. Fu Claudio Simonetti dei Goblin, a fare la musica e a suonarla tutta, tranne il sax; gli ho detto che desideravo un risultato molto popolare, ispirandomi anche a ’Whatever you want’ degli Status Quo, che a sua volta usa il terzinato. Non volevo un’opera rock, ma una canzone per far divertire le persone".

Il ’Gioca Jouer’ non è solo una canzone. È qualcosa di più, circola nel sangue di un paese intero.

"È un inno di festa, l’inno italiano per le grandi manifestazioni politiche e sportive. Nelle borse dei dj non mancava mai questo vinile e ora c’è nelle chiavette. E questo riaggiornamento non significa che si debba per forza sostituire l’originale, ma sicuramente, per chi fa musica elettronica, la nuova versione s’inserisce bene nel programma che fai alla sera. Nei club di oggi c’è una raffinatezza anche negli impianti, con casse che pompano tantissimo e questi supporti ne esaltano le caratteristiche".

Ma a distanza di oltre quarant’anni, ci spiega perché piace ancora così tanto?

"Piace perché è un gioco. C’è chi mi dice: ‘preferisco i Led Zeppelin’, ma non ha capito con quale spirito lo abbia fatto. Il Gioca Jouer è come il monopoli, resiste e oggi va anche sulla scia della versione per i bambini di Lucilla, che fa le veci delle maestre d’asilo. E poi è facile, ha le istruzioni incorporate".

Cosa è la radio per Claudio Cecchetto?

"Ho iniziato nel 1974 con Milano International: non era un lavoro, ma tornavi a casa pensando già al giorno dopo. Cercavamo di emozionare con la parola e sorprendere. È un mezzo facile, la mia passione e da qui è partito tutto. Mi ha permesso di diventare produttore discografico e talent scout e lo considero un buon banco di prova per capire se uno ha le giuste caratteristiche. Ma attenzione, anche oggi serve la sorpresa per chi la fa, altrimenti trovi tutto su YouTube e Spotify".

Insomma, a guardare indietro proprio non ce la fa.

"Il passato mi fa piacere, mi ha formato e ci penso, ma non voglio esserne schiavo e mi aiuta a vedere futuro; con Radio Cecchetto, su web e dab a Genova, Milano, Torino, Roma, Napoli e Brescia, spero di fare cose che non ho ancora realizzato. Per me il web è il futuro: non solo della radio, ma di tutto".