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Giornate Fai 2023 a La Spezia, i luoghi aperti. Ecco cosa vedere

Nel fine settimana le aperture delle Giornate di primavera del Fai

Palazzo del Vescovado di Sarzana, foto dal sito del FAI

Palazzo del Vescovado di Sarzana, foto dal sito del FAI

La Spezia, 25 marzo 2023 – Oggi e domani, sabato 25 e domenica 26 marzo tornano le spettacolari aperture delle Giornate Fai di Primavera. In questa 31ma edizione il Fondo per l’Ambiente Italiano offre l’opportunità di scoprire e riscoprire tesori di storia, arte e natura in tutta Italia con visite a contributo libero in oltre 750 luoghi di 400 città, la maggior parte dei quali solitamente inaccessibili o poco conosciuti. Ecco dunque cosa vedere oggi e domani e quali sono i luoghi aperti a La Spezia

Spezia

Palazzo del Vescovado della Spezia 

In caso di particolare affluenza l’ingresso al luogo potrebbe non essere garantito.

Una sintesi tra la tradizione militare della città della Spezia nei tempi moderni e quella religiosa. E' questo il palazzo vescovile di via Don Minzoni 64, con antico accesso da viale Mazzini, dove ora rimane solo la cancellata che dà sul giardino, un tempo direttamente antistante il lungomare. E' accessibile dal grande salone al piano terreno, utilizzato per riunioni e convegni. Vi si trovano un busto in marmo del donatore Giuseppe Da Pozzo e i quadri dei vescovi dal 1929 ad oggi.

Estintasi la famiglia Faliçon il palazzo venne acquistato dal comm. Giuseppe Da Pozzo, dirigente dell'esattoria di Spezia. Da Pozzo fece sopraelevare di un piano il palazzo principale e le due villette laterali. Rimasto vedovo nel 1942, Da Pozzo perse nel 1946 anche l'unica figlia, restando senza eredi. Decise pertanto di donare alla diocesi, quale residenza del vescovo, il complesso comprendente il palazzo, l'ampio giardino ora prospiciente i giardini pubblici e le due villette laterali.

La tradizione militare è rappresentata dal fatto che sin dalla sua costruzione e sino agli anni'30 del'900 il palazzo è appartenuto ad alti ufficiali di Marina. A costruirlo, negli anni 1865–1890, fu l'ammiraglio F. Napoleone Canevaro che nel 1897 ebbe il comando della spedizione internazionale di coalizione inviata a Creta per impedire una guerra greco-turca per il possesso dell'isola. Il giardino, di stile mediterraneo, è accessibile dal grande salone al pianterreno con importanti affreschi.

Tele di Aurelio Lomi Gentileschi nel santuario di Gaggiola

In caso di particolare affluenza l’ingresso al luogo potrebbe non essere garantito.

Posto su di una collina che si trova tra la piana della città storica e il quartiere di Rebocco, dal 1950 il Convento di Gaggiola accoglie, insieme a pochi frati e a molti volontari, chi a La Spezia necessita di aiuto e chiede accoglienza e ascolto.

Il 21 gennaio 1889 alcuni benefattori offrirono ai frati la cima della collina di Gaggiola, per costruirvi convento e chiesa. In un primo luogo i frati si limitarono a costruire una piccola casa di dimensioni familiari che, nel giro di decenni, subì numerosi ampliamenti. Accanto al convento sorge il Santuario, ricostruito sulle rovine della guerra, su progetto dell'arch. Guidugli. Il Santuario conserva opere di Guglielmo Carro, Italo Bernardini, Rino Mordacci, Fabrizio Mismas, Renzo Giovannoni.

Una chiesa grande, luminosa, piena di colori e molto amata e frequentata dai fedeli della Spezia e delle valli limitrofe. Un grande crocifisso dipinto su legno domina lo spazio del Presbiterio e protende le braccia della sua misericordia verso chi entra nel Santuario. Collocato in modo da poter ruotare su se stesso, nella notte di Pasqua l'austera figura del Crocifisso cede la prospettiva alla trionfante immagine del Risorto.

Sarzana

Palazzo del Vescovado di Sarzana

In caso di particolare affluenza l’ingresso al luogo potrebbe non essere garantito.

Il palazzo venne realizzato lungo la "Via Grande", equivalente sarzanese della "Via Nuova" di Genova (via Garibaldi), sulla quale prospettarono i palazzi delle principali casate nobiliari. Esso era già esistente all'inizio del '500. Comprende un vasto corpo di fabbrica che da via Mazzini raggiunge la retrostante via dei Giardini – area un tempo caratterizzata da molti fontanili, pozzi e giardini – ed è affiancata da un piccolo giardino.

Il palazzo vescovile di Sarzana venne edificato negli anni successivi al 1465 per iniziativa del vescovo Antonio Maria Parentucelli, nipote del papa sarzanese Niccolò V Parentucelli. In quell'anno infatti la diocesi mutò nome, da Luni a Luni – Sarzana, e i vescovi, che sino ad allora preferivano risiedere nei castelli della vallata o a Pontremoli, furono obbligati invece dalla bolla di papa Paolo II a risiedere nella città vescovile.

Il portale settecentesco introduce ad una scalinata che, dopo il primo tratto, si biforca: da una parte (a destra) verso l'entrata principale del palazzo, dove aveva la residenza il vescovo (ciò avvenne sino al 1926 con la morte dell'ultimo vescovo Bernardo Pizzorno), dall'altra (a sinistra) verso il più modesto edificio della cancelleria e degli uffici di curia (oggi della Caritas). Il primo piano comprende il vasto salone nel quale sono raffigurati tutti i vescovi di Luni.