
Giù le mani da Roald Dahl Lettura come libertà e indipendenza
Noi millennials abbiamo provato stupore e incredulità quando abbiamo iniziato a sentir parlare del "Caso Roald Dahl". Il famoso scrittore anglosassone, ha visto sotto attacco molte delle sue opere come ad esempio: Le streghe, La fabbrica di cioccolato, Gli sporcelli e il GGG accusati di essere offensivi e poco inclusivi. Fino ad ora non avevamo chiara idea di cosa fosse la censura. Ora sì. Il Telegraph ha dimostrato che sono più di 100 le parole rimosse dai libri come ad esempio: grassottello, cicciottello, paffutello perché bodyshaming. Il primo libro ad essere messo sotto accusa è "Streghe", perché descrivere le streghe come creature orrende e paurose, ribadendo il loro essere donne, viene valutato sessista. È notizia di qualche settimana fa che la casa editrice Puffin Books, ramo della Penguin House, in un’ottica di inclusive minds ha disposto la riscrittura di circa dieci libri perché inopportuni. Una mezza vittoria per i fan dello scrittore. Sofia, 11 anni, alla domanda su ciò che pensa di Dahl ha così risposto: " Leggere Dahl è un meraviglioso viaggio perché è possibile capire concetti difficili in modo semplice. Spesso mi accade di voler abbandonare i libri perché noiosi con Dahl no. È un amico con cui viaggiare in un’altra dimensione"