Gli influencer che non ti aspetti: 58mila follower su Instagram, 70mila su Tiktok in poco più di un anno e mezzo. La loro pagina conquista già dal nome: ’Orbi et orbi’, calembour che attingendo al latino, ironizza sulla condizione di cecità dei due protagonisti: Luca Barani, spezzino 27enne e la compagna Krenare Zylfalari, italo-kosovara approdata in riva al golfo, un anno di più. Compagni nella vita, nel lavoro (entrambi sono centralinisti all’Asl), nell’impegno (sono presidente e vicepresidente della sezione spezzina dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti) e nei social, di cui sono diventati star. È lei, anima di questo progetto che viaggia a gonfie vele fra rete e schermi, a raccontarne genesi e evoluzione.
Krenare, siete due influencer!
"Luca non è molto social, partecipa ma sono io che alla fine mi occupo della pagina. Ho sempre amato postare foto e contenuti, poi lui mi ha detto di avere il desiderio di parlare di disabilità per sensibilizzare le persone: in tanti restano stupiti quando ci vedono in giro e abbiamo capito che questo è determinato dalla mancanza di conoscenza. I non vedenti non sono solo quelli che ci si immagina, con bastone e occhiali scuri: possono avere una vita normale, studiando, lavorando, curandosi".
Come avete iniziato?
"Su Instagram posto la mia vita, evidenziandone la parte bella e ho iniziato per gioco con questa pagina, che aveva un altro nome, un anno e mezzo fa. Non ha riscosso un successo immediato, poi durante una cena fra amici, fra un brindisi e l’altro, è uscito ’Orbi et orbi’: il vino ha facilitato la creatività".
Il tono usato, sempre leggero e accattivante, è forse la chiave vincente dei vostri spazi?
"All’inizio eravamo un po’ bloccati, lui non voleva mettersi in gioco; dopo un po’ di video insieme, abbiamo iniziato a scioglierci e ora per noi è come se quella telecamera non ci fosse: portiamo un po’ di noi".
Come scegliete gli argomenti dei vostri contenuti?
"All’inizio avevamo tante idee: pubblicavano post su come si cucina, si usano telefono e bancomat, come andiamo in giro, ora cogliamo spesso i suggerimenti dai commenti".
Avete, quindi, un bel rapporto con i follower?
"Decisamente: partecipano tanto ad ogni cosa che pubblichiamo, sono attivi ed entusiasti. Il post in cui Luca mi ha fatto la proposta di matrimonio ha ottenuto quasi 5mila like, i commenti vanno in linea e sono molto affezionati a noi. Fortunatamente, non ci siamo scontrati con gli hater di cui si sente molto parlare in giro, al massimo ci è arrivata qualche domanda strana". Cosa insegna ’Orbi et orbi’ ai normodotati?
"Che un cieco può fare tante cose, che non bisogna imbarazzarsi davanti a noi, ma sentirsi a proprio agio. Non devono prenderci in braccio e farci sedere, al massimo indicarci dov’è il tavolo. In una parola, sensibilizzare, siamo degli influencer particolari: i non vedenti ci ringraziano perché gli diamo speranza e ci dicono che non avrebbero pensato di poter fare tutte queste cose. Ma quello che mi dà più gratificazione è quando lo fanno le mamme e i professori di sostegno. Io stessa sono legatissima alla mia".
A quale post è affezionata?
"Diversi, ma sicuramente quelli in cui mi trucco: da piccola non ne ero capace, poi ho organizzato un corso con una bravissima make-up artist e ho imparato. Il messaggio che anche una donna cieca possa farlo, dà la carica a tutte le non vedenti. Ora so usare ombretto e rossetto e questo mi fa davvero felice".
Anche la fiction della Rai ’Blanca’ affronta il tema della cecità: che ne pensa?
"Blanca non rispecchia la nostra realtà: noi non andiamo in giro, ad esempio, mettendo le mani in faccia alla gente e non è neanche vero quello che il personaggio dice sulla pioggia. Sostiene che si trovi meglio ad uscire, ma in realtà noi la odiamo perché copre tutti i nostri riferimenti e col bastone e il cane guida è difficile tenere anche l’ombrello". Insomma, la realtà dei ciechi è meglio conoscerla con ’Orbi et orbi’. Parola di Luca e Krenare.