
Gli impianti di itticoltura situati alle Grazie, nel Comune di Porto Venere. L’Autorità portuale ha ordinato l’immediato sgombero delle aree (. foto d’archivio
Canoni non pagati, scatta l’ingiunzione di sgombero a carico della Piscicoltura Portovenere, società (oggi in liquidazione) titolare della concessione per la gestione di un impianto di itticoltura nello specchio acqueo antistante il borgo delle Grazie. Il decreto è stato firmato l’altro ieri dal commissario straordinario dell’Autorità di sistema portuale del mar ligure orientale, Federica Montaresi, al termine di un inter durato mesi. La società da tempo inattiva, era titolare di una concessione provvisoria finalizzata alla rimozione dell’impianto, nell’ambito di un più ampio progetto portato avanti da Regione Liguria per la creazione di un impianto offshore. Oggetto del contendere, il mancato pagamento del canone concessorio per il 2024, pari a 53.735,15 euro. A nulla sono valsi i numerosi solleciti recapitati dall’ente di via del Molo – che lo scorso novembre aveva contestualmente approvato il progetto di rimozione dell’impianto delle Grazie e la contestuale restituzione in pristino del compendio stesso – così come è rimasta lettera morta, la richiesta della società per la riduzione del canone stesso, in considerazione della cessazione dell’attività e della messa in liquidazione della società.
La svolta, alla fine dello scorso anno, quando l’Autorità portuale, sottolineando che "a causa del mancato pagamento del canone 2024 la concessione demaniale marittima non è mai stata rilasciata, e per l’occupazione del compendio successivamente al 31 dicembre 2024 non è pervenuta alcuna istanza", ed evidenziando come "il mancato pagamento del canone comporta l’applicazione dell’indennizzo per l’occupazione sine titulo pari a tre volte il canone", ha avviato le procedure per l’ingiunzione di sgombero. Nei giorni scorsi, l’atto conclusivo della vicenda, con l’Authority che, nel prendere atto che "non risulta che la Piscicoltura Portovenere abbia eseguito la rimozione", ha provveduto alla formalizzazione dell’ingiunzione di sgombero per occupazione abusiva, ordinando alla società in liquidazione di procedere al ripristino delle aree "come da progetto approvato". In caso di mancata esecuzione dello sgombero, l’Ap potrebbe provvedere d’ufficio, rivalendosi poi sulla società, secondo quanto previsto dal Codice della navigazione.
Matteo Marcello