MARCO MAGI
Cronaca

I Belli e i Brutti di Suvero in Molise. Sfilata delle maschere zoomorfe

Alcuni studiosi legano l’origine delle sue maschere a culti pagani di natura dionisiaca, altri a feste celtiche che segnavano...

Alcune delle maschere zoomorfe tipiche del Carnevale dei Belli e dei Brutti a Suvero di Rocchetta

Alcune delle maschere zoomorfe tipiche del Carnevale dei Belli e dei Brutti a Suvero di Rocchetta

Alcuni studiosi legano l’origine delle sue maschere a culti pagani di natura dionisiaca, altri a feste celtiche che segnavano il ritorno della luce, con le giornate sempre più allungate. Fatto concreto è che i Belli e Brutti di Suvero rappresenteranno la Liguria al Carnevale Europeo delle Maschere Zoomorfe il 14, 15 e 16 marzo, appuntamento imperdibile, un evento di carattere internazionale che si terrà nel cuore del Molise, a Isernia e Campobasso con la direzione artistica e scientifica di Mauro Gioielli. La fusione tra esseri umani e animali evoca miti e simbolismi che risalgono a tempi antichi in cui la connessione con il mondo animale era fondamentale.

Danze, spettacoli teatrali, concerti e attività culturali, che vedranno protagonisti anche i Belli e Brutti di Suvero, offriranno un’esperienza che unisce arte, tradizione e folclore. Dopo la grande affluenza record registrata per l’ancestrale Carnevale di Suvero tenutosi quest’anno il 1° marzo Belli e Brutti si apprestano a rappresentare le tradizioni culturali liguri in varie località italiane come già successo in passato più volte Sardegna, Basilicata, Piemonte, Val d’Aosta e Toscana riscuotendo un grande successo di simpatia e un crescente interesse antopologico e vari altri aspetti culturali. è legata a tradizioni antichissime e misteriose, ancora oggi i ragazzi si mascherano con gli stessi costumi usati a suo tempo dagli antenati. Le maschere tradizionali del Carnevale di Suvero sono due: i ‘belli’ e i ‘brutti’. I primi indossano abiti dai colori vivaci in fantasia floreale, adornati di trine, fiocchi e campanelli e calzano cappelli rivestiti con la stessa stoffa del vestito, ornati da lunghi nastri variopinti, pizzi, perline e campanellini. I secondi sono vestiti con velli di capra o pecora e sulla testa indossano lunghe e grosse corna, mentre il viso è tinto di nero o ricoperto da maschere o bautte dai tratti cupi ed arcigni e portano legati in vita dei campanacci da mucca, che scuotono mentre camminano.

Così abbigliati i mascheri dei Belli e Brutti visitano fin dal primo mattino i casali del territorio e di altre frazioni dell’Alta Val di Vara su camion e trattori ottenendo in cambio cibo in quantità e generosi bicchieri di vino e grappa; successivamente, nel pomeriggio, sfilano per le strade del paese, fermandosi ad ogni casa: qui, mentre il padrone prepara un veloce rinfresco, i belli fanno ballare le donne della famiglia, mentre i brutti non risparmiano scherzi e burle a nessuno. Al calare della sera si riuniscono tutti per cenare in compagnia. Molto di questo carnevale sfugge comunque ancora allo studio etnografico, ad esempio non è semplice comprendere perché sopravviva soltanto in un territorio così ristretto.

Marco Magi