
Turisti e ricercatori nell’area archeologica di Luni: il 29 maggio verrà inaugurato il nuovo museo, un evento atteso dal 2019
LUNI (La Spezia) È iniziato il conto alla rovescia al Parco archeologico di Luni, la colonia romana fondata nel 177 a.C. alla foce del fiume Magra. È fissata al 29 maggio, infatti, l’inaugurazione del nuovo museo archeologico. Un evento atteso da anni. Dal 2019, per l’esattezza, quando iniziarono i lavori di adeguamento sismico e messa in sicurezza degli impianti, che portarono alla demolizione del vecchio museo e al suo trasferimento nel settecentesco casale Benettini Gropallo. Quasi subito ci fu lo stop dovuto alla pandemia da Covid. Nell’agosto 2022 una nuova frenata dovuta a una tromba d’aria che arrecò danni ingentissimi all’area archeologica e scoperchiò parte del tetto. Poi la valutazione attenta di crepe sui muri del casale fecero sospettare criticità strutturali, fortunatamente non confermate.
"Ma non si pensi che nel frattempo le opere siano rimaste completamente inaccessibili – tiene a sottolineare la direttrice Antonella Traverso -. Avendo in progetto la demolizione dell’edificio che ospitava il vecchio museo, in tutti questi anni non abbiamo mai lasciato il sito spoglio e privo di spazi chiusi visitabili. Sono stati e sono tuttora accessibili il Casale Caleo, dedicato all’edilizia privata dove è possibile ammirare, tra l’altro, l’affresco della domus degli affreschi con i suoi quattordici metri di decori. E il casale Maurino, dedicato al grande tempio di Luni, tra i più antichi della città, che si trova nella parte nord dell’area, aperto dall’anno scorso".
Ora però ci siamo. Completati gli interventi di ristrutturazione e distribuzione degli arredi, si sta concludendo l’allestimento, progettato e curato dallo studio Tortelli e Frassoni di Brescia. "Sarà senza dubbio un arricchimento che conferirà maggiore capacità attrattiva a tutta l’area archeologica - commenta soddisfatto il sindaco di Luni Alessandro Silvestri – e con tutta probabilità contribuirà a far salire il trend di crescita di visitatori che ad oggi si attesta sui 25mila all’anno". Due milioni e trecentomila euro, finanziati dal ministero della Cultura, il costo complessivo degli interventi antisismici e di messa in sicurezza di tutti gli immobili dell’area archeologica. "Di questi – precisa Traverso – considerata anche la demolizione del vecchio museo, direi che un milione e mezzo è andato al nuovo museo".
Ospiterà oltre duecento pezzi distribuiti su una superficie espositiva di seicento metri quadri, cinque volte quella della vecchia sede. Non solo. "L’intento - spiega la direttrice - è quello di accogliere certo l’età romana di Luni ma anche di abbracciare un arco temporale di circa ottocento anni, dal crollo dell’Impero romano d’Occidente, alla fine del V secolo, all’abbandono di Luni nel 1204. È un periodo che non era mai stato oggetto di esposizione e che invece è testimoniato da una grande quantità di reperti che nel vecchio museo non trovavano spazio. Inoltre, nel percorso museale inseriremo alcuni frammenti di colonne, capitelli ionici e mosaici. Per esempio quello raffigurante il titano Oceano, presi dall’area archeologica che rischiavano di essere danneggiati dagli agenti atmosferici ed erano poco visibili perché coperti da teli o tettoie. E poi ci sarà tutta la parte dell’Alto Medioevo".
E non è tutto. La demolizione del vecchio museo ha portato alla luce una nuova area monumentale. Quella su cui fu costruito nel 1964. "È il Capitolium - spiega Traverso - un tempio dedicato a Giove, Giunone e Minerva. In pratica, il tempio più importante della città. Intorno c’era un porticato doppio e al centro un bacino fontana, una sorta di vasca larga quasi quattro metri. Il museo fu costruito lì sopra". Grazie e un lungo e accurato lavoro di pulizia e restauro, la vasca è già stata recuperata ed è tornata a svolgere la sua funzione di drenaggio dell’acqua. Il resto, al momento, è fruibile solo in parte.
3 - continua Alina Lombardo