
Turbata libertà degli incanti, abuso di ufficio, falso ideologico e omissione di denuncia. Sono le ipotesi di reato – compiuto o tentato – al centro dell’esposto alla Procura depositato ieri dall’avvocato Paolo Bufano a nome di 44 firmatari. Oggetto: l’affidamento da parte del Comune a Marinella Beach srl della gestione dei 350 metri di spiaggia libera del viale Litoraneo, fra il bagno Roma e il Kinderheim. Un nuovo tassello, insomma, nella vicenda esplosa nel momento in cui è diventato di dominio pubblico il fatto che tra i soci di Marinella Beach, con una quota del 16 per cento, c’è Donatella Fini, consigliere di centrodestra a Luni e moglie di Emilio Iacopi, ex capogruppo leghista a Sarzana che per questo il 4 giugno, ad affidamento concluso, si è dimesso. Altri soci sono Alessandro Baudoni (socio anche del bagno Margot), Paolo Casani e Giorgio Aloisi; il 35 per cento è detenuto da Marimpex Campaccio srl, società carrarese del lapideo di cui sono soci Corrado Iacopi e Mario Marioni.
Da noi contattati, sia l’amministrazione sarzanese che Marinella Beach hanno preferito non rilasciare commenti. Certo è che l’affaire si complica: al ricorso al Tar presentato dall’avvocato Alberto Antognetti a nome di Fabio Garbati del bagno Tramontana, escluso dal bando spiagge, si aggiunge il dubbio di profili di rilevanza penale coltivato da questo gruppo di cittadini non proprio ’qualunque’: tra loro militanti di forze politiche d’opposizione a Sarzana, come l’ex senatore Pd Massimo Caleo e il consigliere regionale Francesco Battistini.
Il ricorso, comunque, punta non alla mera critica politica ma a mettere in evidenza ’anomalie’. Tant’è che – spiega l’avvocato Bufano – la questione della presenza di Fini nella società non è la più rilevante: "Si chiede alla Procura di verificare se nella pratica di affidamento della spiaggia libera si siano commessi o tentati alcuni reati. Ed esponiamo dei fatti. Il primo è che abbiano incluso tra i partecipanti alla gara i proprietari delle aree retrostanti le spiagge. Non c’è nessuna ragione logica per cui il Comune li dovesse includere né per cui costoro dovessero avere un interesse a partecipare. Il secondo fatto è che chi si è aggiudicato la spiaggia non era proprietario di area retrostante ma affittuario: mancava un presupposto del bando. Dire, come ha fatto il tecnico (e la sindaca non ha trovato nulla da obbiettare), che affittuario e proprietario sono la stessa cosa è una enormità. Così facendo si è impedito ad altri affittuari di partecipare, perché nel bando c’era scritto proprietari".
Gli atti parlano. Il 22 maggio la giunta sarzanese incarica il dirigente Giuliano Caso di emanare un avviso pubblico per affidare, dal 6 giugno al 30 settembre, i servizi di pulizia, salvataggio e contingentamento delle spiagge libere. E precisa i requisiti per partecipare: essere “gestori di stabilimenti balneari e chioschi adiacenti le spiagge, ovvero i proprietari privati del retro spiaggia”. Nell’avviso emanato il giorno stesso, il dirigente chiede che alla domanda sia “allegata copia del titolo di proprietà dell’area retrostante le spiagge libere oggetto di affidamento”. Ma il tratto maggiore viene aggiudicato alla Marinella Beach srl che "era semplicemente promissaria acquirente e affittuaria da Marinella spa per alcune delle aree retrostanti quel tratto di spiaggia libera".
L’affidamento della spiaggia non prevede corrispettivo da parte del Comune ma solo costi a carico del gestore, stimati in circa 100mila euro. Eppure, sottolinea l’esposto, "Marinella Beach srl ha fortemente voluto aggiudicarsi la gara e il Comune ha fortemente voluto che se la aggiudicasse". Passano i giorni e le aree retrostanti, di cui Marinella Beach è affittuaria, vengono attrezzate a parcheggi: "Ciò fa supporre – prosegue l’esposto – che Marinella Beach possa aver ravvisato nella prospettiva di gestire parcheggi il ‘corrispettivo trasversale’ dell’ingente sacrificio economico". Peccato che le aree in questione "non possono essere destinate a parcheggio perché la Regione, in sede di approvazione del Piano spiagge, ha cassato una tale previsione contenuta nel testo adottato dal consiglio comunale". Infatti nell’estate 2019 la possibilità di aprire dei parcheggi era stata negata al consorzio di balneatori Riviera di Luni e alla Cooperativa Olmo.
L’esposto prende poi di mira il sindaco Cristina Ponzanelli e ampie argomentazioni vengono dedicate all’ex consigliere lacopi che "si è occupato spesso in prima persona della gestione delle spiagge libere".