REDAZIONE LA SPEZIA

Il dentista uxoricida condannato a 14 anni

A Franco Franconi è stato riconosciuto un vizio parziale di mente. Con il rito abbreviato ha usufruito di uno sconto di pena

E’ stato condannato a 14 anni di reclusione, con il rito abbreviato, Franco Franconi, il dentista spezzino di 62 anni accusato dell’omicidio volontario, aggravato dai futili motivi, della moglie Daniela Chiappini. Lo ha deciso ieri mattina il giudice delle indagini preliminari Mario De Bellis, a fronte di una richiesta di condanna a 16 anni da parte del pubblico ministero Claudia Merlino. All’uxoricida, che non è in carcere ma in una residenza sanitaria assistita della Val di Magra, è stato riconosciuto un vizio parziale di mente. Franconi accoltellò la moglie Daniela Chiappini, 60 anni, anche lei dentista, ad epilogo della lite fra le mura domestiche nella villa di famiglia a Montebello di Bolano, il 20 marzo 2019. La donna è poi deceduta il 28 maggio nel reparto di rianimazione dell’ospedale Sant’Andrea.

La svolta del processo si è avuta quando è stata accolta la richiesta presentata dall’avvocato Fabio Sommovigo, difensore di fiducia di Franco Franconi, di procedere al giudizio con il rito abbreviato. Il questo modo, l’uxoricida ha potuto usufruire dello sconto di un terzo della pena. Bilanciando le aggravanti dei futili motivi e le attenuanti per il vizio parziale di mente, si è arrivati infatti a 21 anni, ridotti quindi di 7 per lo ’sconto’.

E’ forse l’ultimo processo che ne ha usufruito. Il gip De Bellis, circa un anno fa, aveva riconosciuto la "non manifesta infondatezza" dell’eccezione sollevata dall’avvocato Fabio Sommovigo con la collega Marta Magnanini. Sul caso si è espressa la Corte Costituzionale, che ha accolto l’eccezione. La nuova normativa impedisce infatti il ricorso al rito abbreviato per i reati esposti alla massima pena prevista dall’ordinamento. Come appunto l’omicidio volontario di cui è accusato Franco Franconi. E’ stata introdotta il 20 aprile 2019 dalla legge 33 contro la criminalità organizzata. Ma i legali dell’uxoricida, hanno eccepito davanti alla Consulta che l’accoltellamento era avvenuto la sera del 20 marzo, prima quindi che entrasse in vigore la nuova legge. Che nel caso di Franconi non si può applicare, perché nel momento in cui si è compiuto il reato, non era in vigore.

I fatti di sangue avvenuti nella villa di Montebello sono noti. La regolazione della caldaia sarebbe stata la ’scintilla’: secondo il marito la temperatura era troppo alta; per la moglie, vista la tramontana pungente, era meglio abbondare con i gradi. "Futili motivi", come è scritto negli atti giudiziari. L’accoltellamento avvenne ad epilogo della lite di coppia. La donna era stata colpita all’addome dal fendente del marito con un grosso coltello da cucina: una lama lunga 20 centimetri, larga 5 che ha trapassato fegato, intestino, duodeno e pancreas. Daniela Chiappini era morta all’ospedale dopo oltre due mesi di agonia.

Massimo Benedetti