Il funambolo Andrea Loreni racconta il vuoto a Genova, Palazzo Tursi

Andrea Loreni, funambolo, parlerà di vuoto a Palazzo Tursi, Genova, giovedì, in un progetto ideato da Sergio Maifredi. Un'occasione per scoprire come l'uomo affronta lo spazio vuoto, tra attrazione e paura. Ingresso libero, prenotazione obbligatoria.

Sarà il funambolo Andrea Loreni a parlare di vuoto, giovedì a Palazzo Tursi, dove prosegue il progetto ‘Dialoghi sulla rappresentazione’, ideato e diretto da Sergio Maifredi per Teatro Pubblico Ligure con il contributo del Comune di Genova. L’appuntamento con l’intervento ‘Attraversare il vuoto’ è alle 17.30, con ingresso libero ma prenotazione obbligatoria al numero 348 2624922 (info e aggiornamenti sul sito www.teatropubblicoligure.it). "Lo spazio vuoto – dichiara Maifredi – è una pagina bianca aperta sull’infinito, vista come un baratro o come una possibilità. Lo attraversiamo con lo spirito proprio dei nostri Dialoghi: un unico tema visto da prospettive diverse. Il vuoto secondo la scienza e nelle arti, ma anche lo spazio che appare sotto la corda tesa del funambolo, tra attrazione e paura". Il pubblico che ha seguito i precedenti Dialoghi dedicati al tema del vuoto, ha già ascoltato il filologo Corrado Bologna, i matematici Claudio Bartocci e Piergiorgio Odifreddi, i musicisti Mario Incudine e Antonio Vasta, lo storico dell’arte Bruno Corà. Ora tocca all’esperienza mentale e fisica che saprà descrivere Andrea Loreni, laureato in filosofia teoretica e specializzato in traversate a grandi altezze. Le sue più recenti imprese sono state due, entrambi memorabili. Lo scorso maggio ha effettuato la più alta traversata mai realizzata fra grattacieli in Italia, a 140 metri di altezza, dal Bosco Verticale alla Unicredit Tower di Milano. A luglio, invece, ha attraversato la diga di Ridracoli, nella provincia di Forlì-Cesena, percorrendo 410 metri a 140 metri di altezza in circa 45 minuti. Insieme a Giulia Schiavone, Andrea sta lavorando per dare vita anche in Italia ad un centro di ricerca sul funambolismo.

m. magi