
Nel mirino anche le vibrazioni dei mezzi e l’asfalto sconnesso. Il giudice: "Patologia correlata ai traumi ripetuti durante l’attività".
Lavora dalla fine degli anni Ottanta come carrellista in Lsct, spostando container da una parte all’altra del terminal. Un lavoro gravoso che, complice le vibrazioni dei mezzi e l’asfalto sconnesso, gli ha provocato nel tempo l’insorgenza di un’ernia discale. Una patologia di origine professionale che è valso allo stesso lavoratore il riconoscimento di un indennizzo per danno biologico. è quanto deciso dal giudice del tribunale civile della Spezia, Marco Viani, all’esito del ricorso presentato dal lavoratore portuale, assistito dall’avvocato Andrea Frau e dal patronato Inca della Cgil. Il lavoratore, impiegato come carrellista a bordo di contstaker, nel ricorso aveva sollevato una serie di doglianze: i mezzi utilizzati nel tempo lo avrebbero sottoposto in via diretta ad esposizione a vibrazioni trasmesse al corpo intero "in misura spesso quasi continua per l’intero turno di lavoro", condizione questa aggravata dalle "precarie condizioni della pavimentazione dell’area portuale, gravata da gradini, buche, disconnessioni, differenza di pavimentazione". Una situazione peraltro documentata con filmati e fotografie che sono state consegnate dallo stesso lavoratore unitamente al ricorso. Esaurite le vie amministrative – con Inail che aveva rigettato la richiesta – il lavoratore ha bussato alle porte del tribunale spezzino per chiedere un indennizzo del danno biologico, trascinando in giudizio proprio l’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro. La consulenza tecnica chiesta dal giudice ha confermato le tesi del lavoratore portuale. "Sia l’attività effettuata sulle gru, sia quella effettuata sui carrelli, ha certamente esposto il ricorrente a vibrazioni intense e prolungate sul rachide e al mantenimento di posizioni lavorative fisse e incongrue che hanno sottoposto il rachide ad uno stress elevato e a un sovraccarico funzionale sulla colonna vertebrale. Il lavoratore è affetto da una patologia correlata ai micro traumi ripetuti sul rachide durante l’attività sui carrelli e alle posizioni incongrue mantenute dal paziente sul luogo di lavoro". Un parere che ha portato il giudice a condannare l’Inail a liquidare al ricorrente un indennizzo per danno biologico parametrato a un’invalidità dell’8%, pari a circa 15mila euro.
Matteo Marcello