Si terrà oggi l’autopsia sul corpo di Carlo ‘Camilla’ Bertolotti, la parrucchiera transessuale il cui cadavere è stato ritrovato all’alba di martedì mattina nella zona tra il fiume Magra e la corsia sud dell’A12, nei pressi di via Bradiola. Un esame molto atteso dagli inquirenti non solo per verificare se a uccidere Camilla sia stata una pistola calibro 22, come quella che ha ucciso Nevila, ma soprattutto per cristallizzare l’ora del decesso. Quanto emerso dal primo esame visivo della salma effettuato dal medico legale non trova certezze dagli ulteriori accertamenti svolti dagli investigatori. La stima del medico legale è che la parrucchiera fosse morta da 48-72 ore – quando però il corpo di Camilla viene trovato, coperto di rovi in un tentativo di occultamento, è già stato ’aggredito’ dal gran caldo, dagli insetti e forse da roditori –, una finestra temporale che colloca potenzialmente la morte d nella stessa notte in cui è stata uccisa Nevila. Ulteriori indizi, come il quadro elettrico della Ford Fiesta di Camilla, ancora acceso al momento del ritrovamento lunedì sera, così come lo spegnimento del cellulare della vittima, verificatosi all’alba di lunedì, fanno invece ipotizzare agli inquirenti che il decesso sia avvenuto 24 ore dopo la morte della 35enne.
Un’ipotesi, quest’ultima, che trova riscontro nella testimonianza di Maria Pia Bernardini, titolare di una pizzeria a Ceparana, amica nonché ultima persona a vedere Camilla ancora viva, domenica pomeriggio. È stata lei, lunedì, a presentare la denuncia di scomparsa e ad avviare le ricerche. "Siamo state assieme fino alle 18.30 di domenica, a casa mia – ricorda la donna –. Gli ho chiesto se voleva venire a mangiarsi una pizza da me, ma mi ha detto che aveva da pulire casa, e che poi sarebbe uscito. E siccome immaginavo dove sarebbe andato, gli ho detto di non andare in quei posti, che era pericoloso, ma non mi ha dato retta. Carlo andava lì per divertirsi ogni tanto, non lo faceva per soldi. Non era una prostituta. E non sapeva neppure della donna uccisa la notte precedente, altrimenti lui, che è persona molto timorosa, non sarebbe andato". È stata la donna, lunedì, a capire che a Carlo era successo qualcosa. "Un’amica è venuta a casa mia dicendomi che non era andato a farle i capelli e che non rispondeva al telefono. Ho capito subito che c’era qualcosa che non andava, così siamo andati ad Albiano, ma la macchina non c’era e a casa non rispondeva nessuno – dice la donna –. Ho chiamato i carabinieri, e per accelerare le ricerche ho presentato denuncia. I vigili del fuoco sono entrati a casa di Carlo: il letto era fatto, mentre in cucina c’era una tazzina di caffè sporca di rossetto". Da Maria Pia Bernardini anche un ritratto dell’amico scomparso: "Una persona meravigliosa, stupenda, sempre disponibile con tutti. Si è trovato nel posto sbagliato nel momento sbagliato, ora spero solo che venga identificato il responsabile e che ci sia giustizia, chi gli ha fatto del male non merita perdono".
Matteo Marcello