
Il funzionario della biblioteca Beghi, Claudia Bocciardi
La Spezia, 5 giugno 2020 – Ingressi filtrati, quarantena per i libri, igienizzazioni, mascherine sempre indossate, diversificazione fra entrata e uscita degli utenti. Tante disposizioni, ma la biblioteca Beghi del Canaletto - così come gli altri poli del sistema bibliotecario urbano spezzino - è aperta. Non c'è nessuno quando andiamo a visitare la struttura, per visionare e provare direttamente tutte quelle (ma ce ne sono altre) 'procedure'. Nessun capannello di ragazzi fuori, tra le colonne, a fumare. Nessun viavai di scooter e bici nei dintorni (e non solo perché sta piovendo).
Ma soprattutto, nessuno in tutte le sale! La biblioteca Beghi, alle 11 di giovedì mattina era così. Completamente deserta. La riapertura effettiva, dopo l'emergenza covid-19, è avvenuta mercoledì 3 giugno, le prime prenotazioni, per venerdì 5 giugno, con diversi ragazzi pronti ad occupare le diverse postazioni per studiare. Ad accoglierci con estrema gentilezza gli addetti comunali e i dipendenti della cooperativa di supporto alla gestione. “Per prima cosa avvicinatevi”, invita uno di loro prima di puntarci il termoscanner e, dopo aver misurato la nostra temperatura corporea (che era di 36,6°C), ci concede di entrare.
Appena varcata la soglia, alla nostra destra, troviamo su un tavolino basso un dispenser con del gel igienizzante, che adoperiamo per disinfettare le mani. Ad illustrarci tutte le nuove 'abitudini', la funzionaria Claudia Bocciardi, da 26 anni alla Beghi (già, dunque, nella precedente struttura 'sotterranea'), che guarda con malinconia quelle stanze vuote. Intanto, gli addetti sono tutti provvisti di mascherina e stanno al di là del bancone, inframmezzati da una lastra di plexiglass, che è stata piazzata appositamente, come da disposizioni ministeriali per la sicurezza. “Chi volesse venire in biblioteca – spiega Bocciardi – deve necessariamente prenotare. Non lo deve fare invece, ad esempio, chi deve restituire un libro preso in prestito”. Su un tavolino, in quel momento vuoto, la gente appoggia proprio quei volumi presi e riportati da casa. In quel momento non ce ne sono, perché sono già stati spostati al piano di sopra. “Dal 18 maggio ad oggi, sono stati registrati 300 prestiti, dunque, siamo nella media rispetto ai periodi precedenti. Per quanto riguarda il periodo di quarantena, rispetto ai tre giorni che avevamo pensato inizialmente, si è deciso di seguire le indicazioni del ministero dei Ben culturali e sfruttare il periodo massimo, ovvero dieci giorni prima di reinserire il libro nel circuito”. Per il prestito non ci sono problemi. “Si prenota, noi prepariamo quanto richiesto e la gente viene a ritirare, senza attendere”. E infatti, in base ai giorni di consegna, Elisa ci mostra un'area, vicino al bancone di accoglienza, dove sono posizionati decine di libri pronti al ritiro da parte degli utenti che l'hanno prenotati. Gli accessi alla Beghi sono contingentati. “D'altra parte, dei 190 posti disponibili, ne possiamo garantire soltanto 30. Gli spazi di questa struttura sono particolari, quindi non è possibile fare diversamente, per garantire il distanziamento sociale. Purtroppo ciò è dovuto alla conformazione dell'edificio”. C'è anche da considerare che l'intero primo piano è chiuso al pubblico. Il motivo è che viene utilizzato come 'deposito'. “È stato raccomandato di tenere i libri rientrati dal prestito, molto distanti dal resto”. E così, i libri stanno su un lungo bancone a ridosso del muro, ma le postazioni di quell'area non possono essere utilizzate. Per venerdì sono previsti diversi ingressi, dunque la Beghi prenderà effettivamente vita. “Mancherà però la bellezza dello 'scaffale aperto' – prosegue Bocciardi. Ogni libro deve essere consegnato dagli addetti, soltanto noi, dopo che ce ne viene fatta richiesta, possiamo prenderlo dalla varie sezioni a muro. Questo renderà meno bello il rapporto con il cittadino, coi giovani. E questo ci dispiace”. Funziona molto bene anche il servizio on line. “Sia per quanto riguarda il catalogo dei libri (quando si trova il nuovo codice 'u', significa libro in quarantena, ndr), che per la consultazione dei quotidiani. C'è stato un boom di iscrizioni al servizio dell'edicola digitale e anche ebook e audiolibri hanno riscosso un buon successo”. Il portale del Sistema Bibliotecario e Museale è consultabile al seguente indirizzo web: https://bibliospezia.erasmo.it/Opac/Default.aspx. Nel periodo di chiusura dei mesi scorsi, non si è fermata l'attività. “Sono state caricate diverse risorse sui social, in particolare su Facebook. Tante le interazioni e le visualizzazioni”.
Chi andrà alla Beghi dovrà studiare con la mascherina sempre indossata. “E non potrà recarsi nella sala ristoro, altra zona conviviale della biblioteca. Si perde così una di quelle abitudini che consentono ai ragazzi di familiarizzare. Non possono che soffrire in questa condizione, visto che la biblioteca è anche un luogo d'incontro”. Non è ancora attiva l'aria condizionata. “È stata sanificata, ma si attende un'ulteriore igienizzazione. Funziona però il raffrescamento a pavimento. Le finestre sono tutte allarmate, dunque non si possono aprire, se non in maniera parziale. I protocolli sono al massimo della sicurezza e sarà, mi auguro, per un periodo passeggero”. La biblioteca Beghi è aperta dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 91 e al sabato dalle 8 alle 12 e dalle 14 alle 17. Per contattarla si può telefonare allo 0187 727885/886 o inviare una mail a [email protected]. “Dobbiamo accontentarci – afferma Bocciardi -, ma sappiate che in molte città le biblioteche non hanno ancora aperto. Lo so perché capita spesso di interagire con colleghi di altre città, anche per il servizio interbibliotecario”. E conclude con un invito: “Veniteci a trovare, vi aspettiamo. In sicurezza. La biblioteca deve vivere”.
Marco Magi