REDAZIONE LA SPEZIA

Il parco crocevia dello spaccio Sos dal Limone per droga e vandali

La goccia che ha fatto traboccare il vaso: colla nel lucchetto per evitare la chiusura notturna dell’oasi. I residenti lamentano anche problemi viari: "Occorrono parcheggi, dissuasori di velocità e asfaltature".

Il parco crocevia dello spaccio Sos dal Limone per droga e vandali

La goccia che ha fatto traboccare il vaso delle insofferenze è quella dell’Attack inserito nella toppa del lucchetto per impedirne la riapertura con la chiave e quindi per mettere fuori uso la catena e mantenere così aperto il cancello del parco giochi comunale anche durante l’orario notturno. E’ accaduto l’altra notte al Limone, a margine di via Sarzana, nei pressi del centro sportivo Ferdeghini. E la circostanza, per chi volontariamente si adopera per l’apertura e la chiusura dell’area per i bambini, è leggibile come conseguenza di un obiettivo perseguito: "Usare il parco come crocevia notturno dello spaccio. Purtroppo la droga gira anche qui e, fuori da occhi indiscreti e in mancanza di controlli, c’è facilità di manovra per gli spacciatori, tanto più nel parco, già oggetto di vandalismi: i cartelli con gli orari le regole di comportamento sono strati tranciati, così da rendere il sito terra di nessuno" dice Francesca Fantozzi, storica residente del quartiere, che denuncia il fatto e lancia l’Sos: "Ci sentiamo abbandonati. Il problema del lucchetto è solo l’ultimo di una serie che viviamo nel quartiere".

"Abbiamo avuto incontri ravvicinati con persone pericolose. Non ci sentiamo protetti" rilancia il marito Graziano Velussi che ieri ha usato Facebook per veicolare il lamento, tramutandolo in una sfida con le autorità comunali: "Si aspetta il morto per intervenire?" ha domandato sull’onda dell’ira che lo ha indotto a lanciare poi l’Sos anche su La Nazione,

"Un tempo al Limone c’erano un macelleria, due negozi di ortofrutta, il tabacchino, l ’edicola; ora c’è rimasto un solo negozio di alimentari. Anche la coop ha fatto armi e bagagli. Eppure i bisogni esistono" spiega Arianna Foschi documentando la parabola discendente del tessuto commerciale.

"Ci sentiamo abbandonati" è il leit motiv che si capta nella zona di periferia all’ombra della ciminiera dell’Enel che non fuma più.

La fine della produzione dell’energia elettrica col carbone ha avuto l’effetto di liberare i polmoni dalla morsa dell’inquinamento ma allo stesso tempo ha ridotto il movimento nel quartiere.

"Restano però le buche sull’asfalto. Ci vorrebbe una bella asfaltatura invece che le toppe spot a cui si ricorre per fronteggiare l’insidia" spiega Arianna, col pensiero che va anche al pericolo per i pedoni. "Le strisce pedonali non si vedono più e le macchine sfrecciano veloci", rileva. "Una soluzione semplice ed economica per fronteggiare il problema potrebbe essere quella delle strisce pedonali rialzate con l’effetto indotto di indurre gli automobilisti a rallentare".

C’è poi il problema dei parcheggi quando i campi calcio dello Spezia, in prossimità del parco, sono fruiti per il loro scopo: "Al sabato e nei giorni degli allenamenti non si trova un posto auto" spiega Graziano Velussi. "A me hanno rigato l’auto" dice Arianna.

"Anche per la fame di posti auto potrebbe esserci una soluzione: realizzare nuovi parcheggi in prossimità di quelli esistenti" dice Francesca evidenziando le "incomprensibili ragioni dell’immobilismo". "L’area è considerata esondabile per la presenza di un torrente; ma da 52 anni che vivo qui - dice - non ho mai visto un allagamento consistente. Nemmeno mio nonno mi riferì di effetti devastanti della pioggia.

Intanto è venuto meno il parcheggio lungo via Sarzana, in prossimità del parco, un tempo deputato al carico e scarico della merce. "E’ stato soppresso senza una ragione" dice Tamara Rezza , titolare del bar che si affaccia sulla strada, incappando ogni giorno con i lamenti dei fornitori che non hanno modo di recapitare agevolmente la merce all’esercizio.

Corrado Ricci