
Lanciata da Marinetti nel ’33, la prestigiosa rassegna di pittura ha contribuito a consacrare il genio dei grandi del Futurismo. E ha nutrito almeno due generazioni di artisti e collezionisti spezzini .
La Spezia "Accogliere con larghezza di vedute ogni eletta espressione d’arte che glorifichi le bellezze del Golfo della Spezia". Era scritto così nel regolamento che, nel 1933, per iniziativa del futurista Tommaso Marinetti – insieme a Renato Righetti, Enrico Prampolini e Fillia (Luigi Colombo) – sanciva la nascita del Premio di pittura ’Golfo della Spezia’. Un evento a suo modo "storico", considerate le ricadute che le opere e gli artisti che iscrissero il loro nome a quel concorso ebbero nel processo di crescita culturale e artistica della città. Una vetrina indicata non a torto come inferiore per qualità e prestigio solo alla Biennale di Venezia.
L’ente propulsore della nascita del Premio fu l’allora Comitato provinciale per il turismo, che mise in campo molte iniziative per il decollo del concorso, organizzando fra l’altro gite per gli artisti che soggiornavano a Spezia per facilitare la conoscenza del Golfo con i suoi scorci incantevoli. I fondatori del resto tenevano moltissimo al livello degli artisti partecipanti, sottolineando l’esigenza di escludere opere che "per banalità o dilettantismo" si dimostrassero "artisticamente insufficienti". Il primo vincitore del concorso risultò Gerardo Dottori, pittore futurista, firmatario del Manifesto dell’Aeropittura, con il trittico Golfo della Spezia (i due pannelli laterali dell’opera purtroppo sono andati perduti durante i bombardamenti del 1943). Dopo un periodo d’interruzione, la manifestazione riprese nuova vita negli anni successivi, con la consueta formula del premio-acquisto.
Nel 1949 l’Ente provinciale per il turismo prende il posto del Comitato Provinciale e ripropone il Premio di pittura del Golfo. Nelle delibere dell’Ept – come si legge nella raccolta degli atti pubblicata sul sito istituzionale della Regione Liguria – si sottolinea come la ripresa dell’esposizione coincida con un’esigenza sentita dalla città e caldeggiata a più riprese dalla stampa. Valutata l’importanza che l’iniziativa avrebbe avuto anche ai fini turistici, fu deciso di organizzare il Premio, anche con il contributo finanziario di società industriali e commerciali. La prima edizione si tenne a Lerici. Come nel 1933, il tema era fisso e riguardava il Golfo della Spezia e la comunicazione della sua bellezza. Come Dottori, i primi artisti a iscriversi furono proprio molti futuristi con i lavori di aeropittura, che consentivano una felice sintesi tra il concetto di modernità connesso al volo meccanico e la celebrazione del Golfo. Poi il premio andò via via maturando, con altre edizioni e altre poetiche lasciando comunque un patrimonio di opere fra le più significative del XX secolo, oggi ospitate in gran parte al Camec. Non sono mancati negli anni più recenti idee e proposte per una riedizione della manifestazione, ma tutti i progetti vagheggiati sono rimasti sogni irrealizzati.
Eppure il Premio del Golfo ha lasciato eredità artistiche e culturali non indifferenti. "Il Premio – osserva Paolo Asti, già assessore comunale alla Cultura, oggi presidente dell’Associazione Startè e organizzatore di mostre di prestigio, in Italia ma anche all’estero – si alimentava con le opere portate dagli artisti, fra cui tanti spezzini, come Frunzo e Caselli, ma anche grandi nomi del passato come Dottori, Guttuso, Carlo Levi, un quadro del quale si trova a Lerici, in Comune. La partecipazione creava opportunità di confronto con i maestri del tempo, epoca di cui sono figli figure come Vaccarone, Bellani, Tomaino. Tutti i nati fra gli anni trenta, quaranta e cinquanta. Insomma una esperienza di grande rilievo". "Ma non c’è solo questo – aggiunge Asti –. Un altro aspetto è il contributo forte dato dal Premio alla nascita di nuovi collezionisti. Spezia ha avuto grandi cultori d’arte, che hanno contribuito alla crescita culturale della città, il Premio Del Golfo ha seminato germi che hanno fatto nascere artisti e collezionisti. In molte case ci sono grandi pinacoteche. Sappiamo di Cozzani e Lia, ma c’è molto altro".
Fabrizio Mismas, fra i maggiori scultori dell’attuale panorama non solo spezzino, ricorda anche aspetti e più intimi e poco conosciuti legati al Premio. "Nel 1933, anno della prima edizione del Premio del Golfo – ricorda – lo scultore Enrico Carmassi (autore fra l’altro del calciatore e del discobolo all’ingresso dello stadio Picco e dell’ altorilievo dedicato a Cesare Battistini in via Diaz, ndr.) è nella giuria, Tullia Socin partecipa come pittrice. I due si conoscono e il 9 settembre 1944 si sposano a Bolzano, città natale di Tullia. Vivranno insieme tutta la vita collaborando in un fruttuoso sodalizio artistico. Molte ceramiche risultano modellate da Enrico e dipinte da Tullia". Di questa stagione artistica restano ben pochi testimoni. Come Aldo Michi che, ricorda ancora Mismas, è "l’ultimo pittore vivente ad essere stato invitato diretto al Premio del Golfo città della Spezia".