La memoria e il ricordo di Vanda Bianchi, già raffigurata sulla facciata della scuola Dante Alighieri, adesso sarà ancora più vivida. Ieri mattina, alla presenza dei suoi famigliari, degli alunni della scuola media e della cittadinanza è stata intitolata alla partigiana Sonia, scomparsa nel 2014, la sala conferenze del centro sociale di Castelnuovo Magra, dove si è tenuto un incontro dedicato alle donne della Resistenza di ieri e di oggi.
"E’ un giorno importante per tutta la comunità – ha affermato il sindaco Katia Cecchinelli – ed è un onore intitolare questa sala a Vanda Bianchi. Siamo qui per ricordare una donna, una partigiana e una persona che ha scelto di combattere per la libertà e per la giustizia e questa sala, luogo di dibattito e di confronto, vuole essere un tributo alla sua memoria". Una lezione diretta agli studenti delle medie sull’importanza di non arrendersi all’ingiustizia e alla dittatura e di promuovere l’impegno quotidiano per costruire una società più giusta e solidale. Presenti anche le sezioni dell’Anpi provinciale e comunale, rappresentate da Emiliana Orlandi, che ha ricordato come l’omaggio a Vanda Bianchi ben si collochi tra la giornata internazionale contro la violenza sulle donne e la commemorazione dell’ottantesimo anniversario dell’eccidio di Fosdinovo del 29 novembre, e da Simona Mussini.
Vanda Bianchi, classe 1914, come molti suoi coetanei, è stata colta all’improvviso quando era solo una ragazzina da qualcosa di troppo grande. Una situazione, quella dettata dalla seconda guerra mondiale, che la costrinse a prendere decisioni e a schierarsi. Ma per lei, in cui già erano saldi i valori dell’antifascismo, non ci fu alcun dubbio. La partigiana Sonia, piccola di statura e capace di passare inosservata in mezzo alla gente, divenne quindi una staffetta ai monti. Quasi ogni giorno le toccava il percorso che da Castelnuovo, passando per i monti, arrivava a Sarzana, portando con sé armi e stampa.
A chiudere la conferenza la testimonianza di Dilan Sonmez, esponente del comitato curdo della Toscana, che sogna di diventare avvocato e quotidianamente si impegna per far luce sulla condizione del suo popolo e sul ruolo cruciale che rivestono le donne nella resistenza curda. "È molto importante essere qui con i giovani – ha spiegato – Il nostro popolo viene massacrati da anni, perché non non riconosciuto. Le donne curde hanno detto basta, hanno preso in mano le armi e aiutano gli uomini a cacciare i terroristi. Siamo obbligate ogni maledetto giorno a gridare "donna, vita, libertà"".
Elena Sacchelli