MATTEO MARCELLO
Cronaca

Il rilancio di Forza Italia. Scajola non ha dubbi: "Pronti a diventare la casa dei moderati"

L’ex assessore regionale lascia gli arancioni e torna agli Azzurri. L’analisi tra la diaspora dei militanti totiani e il nuovo corso forzista. "Il civismo è parte integrante, ma l’addio di Toti ha azzerato tutto". .

Il rilancio di Forza Italia. Scajola non ha dubbi: "Pronti a diventare la casa dei moderati"

Marco Scajola è stato per due mandati assessore della giunta di Giovanni Toti

È stato tra i fedelissimi di Toti, tra gli ultimi ad ’arrendersi’ a una vicenda che in quattro mesi ha riportato la Liguria al voto. Ora, chiusa l’esperienza arancione, il rientro a ’casa’, Forza Italia, che si candida a diventare contenitore dei moderati di centrodestra.

Perchè ha deciso di tornare in Forza Italia?

"Una scelta maturata dopo un lungo confronto in famiglia e con tanti amministratori locali, con i quali ci siamo confrontati per capire quale strada e quale percorso politico intraprendere insieme verso le regionali, seguendo la nostra storia e i nostri valori moderati, e che si sono identificati in Forza Italia. Già a febbraio, peraltro, avevamo condiviso un documento civico moderato in vista delle Europee che si identificava nei valori del Ppe e invitava a votare per Forza Italia".

Lei e le consigliere Cerri e Ratti in Forza Italia, Menini in Fratelli d’Italia. Che ne pensa di questa diaspora degli arancioni verso i partiti? È la fine del civismo totiano?

"Io non credo che finirà il civismo, è parte importante del progetto per vincere le prossime elezioni, dove è fondamentale l’unità e la coesione dei partiti e delle realtà civiche. Possono esserci ragioni diverse, il fatto che non ci sia più Toti candidato alla presidenza e che non ci sia più la Lista Toti può avere azzerato tutto e spinto diverse persone a prendere altre strade. La mia è stata una scelta coerente con la mia storia politica".

Fino a poche settimane fa il suo nome era tra quelli papabili alla presidenza. Poi il centrodestra ha preso altre strade. Deluso?

"Assolutamente no, anzi sono felice che si sia pensato alla mia persona, vuol dire che è stato riconosciuto il mio lavoro, la mia serietà e competenza. Sono altrettanto contento si sia individuato il candidato in Marco Bucci, che è un valore in più che abbiamo su Genova e sulla Liguria per vincere le elezioni".

Proprio Bucci, nell’intervista rilasciata ieri al nostro quotidiano, ha rimarcato una certa indipendenza rispetto ai nove anni della gestione Toti. Tra ’modello Genova’ e ’modello Liguria’, qual è il suo pensiero?

"Non è una questione di termini. Si può chiamare come si vuole, l’importante è che si lavori bene. Bucci ha lavorato bene e sono certo che sarà un ottimo presidente di Regione, così come Toti in nove anni ha fatto uno straordinario lavoro".

L’ex governatore ha lamentato che molti degli alleati non gli sono stati vicini in questi mesi, il coordinatore nazionale di Forza Italia Antonio Tajani ieri ha risposto per le rime. Lei, che è stato un fedelissimo dell’ex governatore, che ne pensa?

"Sono temi molto personali, la politica centra poco, ognuno è libero di dire ciò che pensa e di rispondere in base a cio che sente. Io posso parlare della mia esperienza, e la nostra maggioranza di centrodesrtra è stata sempre vicina a Giovanni, e spesso abbiamo lavorato di più sapendo che il presidente era agli arresti domiciliari".

Quanto potrà incidere la vicenda Toti sull’esito del voto?

"La vicenda che ha colpito Giovanni è allucinante, penso che la gente non si farà condizionare e strumentalizzare da una sinistra urlatrice e forcaiola".

Alla luce delle evoluzioni di queste settimane, crede che Forza Italia possa tornare a essere il contenitore dei moderati di centrodestra?

"Assolutamente sì, ed è il motivo per il quale in tanti siamo rientrati nel partito, per dare un contributo verso l’obiettivo, fatto di quantità ma soprattutto di qualità amministrativa. Per storia e tradizione, Forza Italia è la casa dei moderati italiani; serviva nuova linfa, ora siamo pronti a lavorare, forti delle tante esperienze amministrative maturate da Levante a Ponente".

Lei andrà a caccia della quarta elezione consecutiva in consiglio regionale. Se dovesse vincere il centrodestra e lei fosse eletto, rivendicherà un assessorato?

"Chi mi conosce sa come sono: nel 2015, dopo la vittoria, sono stato l’ultimo a sapere le deleghe che mi erano state assegnate, e ho preso incarichi che altri non volevano. Ho ottenuto le cose con i voti e con il consenso popolare, e lo rivendico con orgoglio. Non chiedo: lavoro e spero che mi venga riconosciuto quello che ho fatto e che faccio, non sarò io a spingere".

Cosa gli rimane di questi nove anni di giunta Toti?

"Ho condiviso nove anni importanti con Giovanni, fatti di lavoro che ha cambiato il volto della liguria in meglio. Questa rimarrà un’esperienza umana, professionale e amministrativa straordinaria. Abbiamo dato alla Liguria nuove idee, freschezza e coraggio. Certamente, quello che è accaduto il 7 maggio me lo porterò sempre nel cuore con immensa tristezza: sono e rimango convinto che Toti non meritasse quanto accaduto quel giorno".