Antesignano dello Sciacchetrà, apprezzato anche da Papa Paolo III Farnese, per oltre quattro secoli era stato il principe delle mense conviviali. Poi, a inizio Novecento, la scomparsa causata dalla Fillossera. Oggi, dopo oltre cento anni, il Ruzzese è pronto a tornare sulle tavole grazie alla preziosa opera di recupero dell’azienda Cà du Ferrà di Bonassola. La tenacia di Davide Zoppi e Giuseppe Luciano Aieta, i giovani titolari dell’impresa vitivinicola, è stata premiata: ‘Diciassettemaggio’ è il nome dato alla preziosa produzione dello storico passito. Una storia, quella del recupero del celebre vitigno a bacca bianca tipico del levante ligure, che parte da un convegno organizzato anni fa a Vernazza sul tema dei vitigni recuperati: è qui che vengono a conoscenza della storia di una varietà ligure unica nel suo genere e sconosciuta ai più. Un vino che dalla metà del Cinquecento fino ai primi del Novecento aveva troneggia sulle tavole più importanti, compresa la mensa papale: si narra infatti che il vino Ruzzese fosse molto apprezzato da Papa Farnese, in carica dal 1534 al 1549, e che il suo bottigliere Sante Lancerio, sommelier ante litteram, lo avesse proposto al Santo Padre in qualità di uno dei migliori vini che l’Italia enoica potesse offrire a quel tempo.
Agli albori del Novecento, tuttavia, del Ruzzese se ne perde traccia, complice la Fillossera. Sarà la Regione Liguria, nel 2007, a commissionare al Consiglio nazionale delle ricerche di Torino e all’Istituto nazionale di protezione sostenibile della vite uno studio sui vitigni storici che porterà due ricercatori a scoprire, nel Comune di Arcola, il ‘ceppo’ dello storico Ruzzese.
La voglia dei due imprenditori vitivinicoli ha fatto il resto, con il pregiato vino pronto ora a ritornare sulle tavole con l’etichetta ‘Diciassettemaggio’, nome scelto per il passito bianco Ruzzese di Cà du Ferrà. Si tratta di una dedica che Davide ha scelto di fare al marito Giuseppe, nato proprio il 17 maggio. "Cosa c’è di più personale del compleanno? Questo vino è un omaggio a Giuseppe ma anche alla storia del Ruzzese – racconta Davide Zoppi –. Le date, i numeri hanno forgiato i secoli, ed è proprio ripescando nei secoli passati che abbiamo recuperato e ridato alla luce questo vitigno ligure unico". Un recupero, quello dello storico passito, sfociato nel dicembre scorso anche nella fondazione, a Bonassola, della comunità Slow Food per la protezione e valorizzazione del Ruzzese del Levante Ligure, e che sarà oggetto anche di un tour promozionale che partirà dal Vinitaly di Verona in scena dal 2 al 5 aprile.