Il segno di Vaccarone per sempre nella città. Un ricordo in allegria fra musica e aneddoti

L’aperitivo organizzato dalla famiglia al Pin del Centro Allende. Momenti di commozione quando il maestro è apparso in un video. Tanti amici, curatori e critici hanno portato la loro testimonianza.

Il segno di Vaccarone per sempre nella città. Un ricordo in allegria fra musica e aneddoti

L’aperitivo organizzato dalla famiglia al Pin del Centro Allende. Momenti di commozione quando il maestro è apparso in un video. Tanti amici, curatori e critici hanno portato la loro testimonianza.

Anche se non sono mancate le lacrime di commozione, non si può dire che si sia trattato di un evento triste. Anzi. Sarà che è apparso in video, sarà che è stato copiosamente citato, sarà che le sue opere scorrevano in loop sul maxischermo, sarà che era campione di convivialità, l’aperitivo che gli è stato dedicato dalla famiglia al Pin del Centro Allende è diventata occasione per un ricordo in allegria. E non avrebbe potuto esser altrimenti, perché anche se se n’è andato lasciando orfana una città, il maestro Francesco Vaccarone è ancora una garanzia. Ha continuato a dare e insegnare anche durante la malattia che se l’è preso, ma più forte è stata l’eredità lasciata alla famiglia, agli spezzini e agli amici, non importa se recenti o di una vita.

La moglie Gabriella e i figli Leonardo e Alessandra hanno organizzato questo saluto, il secondo dopo il gremito funerale nella chiesa di Santa Maria Assunta a fine aprile, ed è stato un abbraccio collettivo. I brindisi, le chiacchiere, le canzoni interpretate con grande intensità dalla nipote Silvia, i discorsi di chi lo ha voluto ricordare fra commozione e ironia, arrivato da vicino, come la presidente della Consulta femminile Elisa Romano, Paolo Asti, che ha regalato un compendio delle sue citazioni preferite, l’ex sindaco Massimo Federici, il critico Valerio Cremolini, Isabella Benifei, che ha letto un messaggio del padre Alberto, compagno di classe del maestro e intimo amico, o da lontano, come l’ex prefetto della Spezia Giuseppe Forlani e il curatore e critico Valerio Dehò. "Come stai, Franco?" "Alcuni giorni bene, altri meglio". "L’artista s’offre (ma con l’apostrofo)" alcune delle sue spigolature. E non sono mancate quelle sulle opere. "Quanto costa un suo quadro, maestro?" "Talmente caro che non me lo posso permettere". "Sa, aver comprato da lei è stato un investimento". E sono state solo alcune. Che hanno funzionato anche stavolta, regalando allegria e positività. Veniva quasi da cercarlo lì in mezzo, grande assente e grande presente allo stesso tempo. Ma se sopportarne la mancanza sembra compito difficile, chiudendo gli occhi, in questa Spezia che senza di lui è senz’altro meno colorata e allegra, sembra quasi sentirlo a indicarci la giusta via per goderci la vita, almeno un po’.

Chiara Tenca