REDAZIONE LA SPEZIA

Il sito Unesco come volano delle sinergie Al lavoro sulla capacità turistica di carico

Commissionato a uno studio torinese uno studio sulla valutazione dell’impatto dei flussi da applicare al masterplan della Palmaria

Parchi disgiunti ma idealmente uniti. Anzi di più: avviluppati alle zone cuscinetto per dare forma a un ’unicum’ imperniato sui valori del paesaggio e dell’identità culturale, che poi sono le proiezioni dell’impronta dell’uomo nella natura e in quanto tali oggetto di tutela da parte dell’Unesco, l’organizzazione delle Nazioni unite per l’educazione, la scienza e la cultura. Così il nuovo corso del Sito Unesco Porto Venere, Cinque Terre, Isole (Palmaria, Tino e Tinetto) che si allarga alle cosiddette ‘buffer zone’, a terra e mare. E’ la ’consegna’ che la presidente del Parco delle 5 Terre Donatella Bianchi fa al sindaco di Porto Venere Matteo Cozzani in occasione dell’avvicendamento annuale al ruolo ‘site manager’: da qui fino al prossimo 2 agosto Cozzani sarà al timone del comitato di sindaci che sono espressione, oltrechè dei siti storici, di 16mila ettari di terra distribuiti nei comuni di Beverino, Riccò, La Spezia, Levanto, Pignone e anche 10 mila ettari di specchi acquei. Sul piano tecnico, la referente è l’architetto del sito Nicoletta Portunato che, corrispondendo alle domande che salgono dai servizi giornalisti dei giorni scorsi, fornisce, documenti alla mano, notizie di sicuro interesse per comporre il quadro in essere e divenire. Ecco l’annuncio: "Tre i progetti in corso: in fase di affidamento quello per l’ampliamento di una segnaletica per comunicare i valori materiali e immateriali del sito e della buffer zone e per ridistribuire i flussi turistici; uno studio sulla capacità di carico turistica dell’intero sito; uno studio di previsione della capacità di carico turistica sulla Palmaria con corredo di valutazioni preliminari sul masterplan dell’isola".

Quando sono stati avviati?

"Il 22 dicembre del 2020"

La conclusione?

"Il 22 giugno 2022".

Entriamo nel dettaglio. A chi l’incarico degli studi sull’impatto turistico?

"Ad un centro di ricerca torinese: Link Foundation".

Le richieste?

"La determinazione del numero massimo di turisti che ciascun sito può accogliere e l’individuazione degli elementi critici del sistema di accoglienza per fornire indicazioni gestionali".

Metodo di lavoro?

"Raccolta di dati, sopralluoghi, confronti con referenti amministrativi e stakeholder, interviste e questionari a operatori, turisti e residenti per definire la componente psicologica e sociale della capacità di carico turistica".

La Palmaria avrà un focus dedicato. Orizzonte d’azione?

"Anche qui uno studio previsionale, anche questo affidato alla Link Foundation, della capacità di carico turistica unito a una valutazione di impatto sul patrimonio ambientale da applicare agli scenari delineati nel masterplan".

Spieghi meglio...

"La valutazione è finalizzata all’indicazione di metodi e approcci di gestione della trasformazione, di eventuali misure di mitigazione future e di indicazioni per la gestione dei flussi turistici".

Il compenso per la prestazione scientifica?

"130mila euro".

La zona ‘buffer’ abbraccia anche il mare...

"Sì unisce le due aree marine protette, si estende al di là di esse per circa cinque chilometri".

Effetti?

"Nessun effetto prescrittivo bensi teso a favorire la consapevolezza dei valori ambientali e paesaggisti".

Della serie: le navi da crociera all’ancora in corrispondenza del canale visivo delle bocche di Porto Venere, a 2,5 chilometri dalla costa, come quella oggetto della foto su La Nazione che il 2 luglio scorso supportava il rilievo dell’"intrusa" rispetto alla bellezza paesaggistica, dovrebbero allungare le distanze e disporsi fuori dell’orizzonte visivo che si apre dal canale fra borgo e Palmaria. Con tutto rispetto per l’equipaggio, lontano dagli affetti.

Corrado Ricci